Ecco, più o meno la sensazione che da questo album dei Broken Teeth HC è quella. Non da cantiere, per l'amor del cielo, ma di rumore di fondo.
Elaboriamo un po' il fatto.
L'hardcore punk è un sottogenere nato ormai oltre trent'anni fa da un folto numero di band, composte da membri che non ne potevano più della società in cui vivevano, il cui unico scopo era smorzare la rabbia e instillare in chi li ascoltava le stesse sensazioni di ira e insofferenza nei confronti di ciò che era marcio nella loro vita. Negli anni si è evoluto, è nato il crossover, le contaminazioni con il thrash metal sono fioccate e il divario tra il punk e il metal si è assottigliato, ma la sostanza era comunque sempre quella, che la band si chiami Agnostic Front o Hatebreed.
Il problema è che la sostanza di cui si parlava sopra, nei Broken Teeth HC manca del tutto. C'è un copione che viene seguito pedissequamente in tutti i brani, dal riff iniziale tirato al breakdown centrale fino all'assolo messo lì praticamente sempre a tre quarti di canzone "perchè deve esserci".
"At Peace Among Us" manca di spontaneità, è formulare dalla prima all'ultima nota, come un fantoccio incastrato in un groviglio di lamiera dopo un incidente stradale.
E qui ci rifacciamo al discorso del rumore di fondo. Il disco scorre praticamente inosservato, dopo il primo brano "Take Me Away" i seguenti si somigliano talmente tanto che il cervello non li registra, il famoso detto "ti entra da un orecchio e ti esce dall'altro" qui si applica perfettamente. Come album scorre via che è una bellezza e neanche ti accorgi che il disco ha finito di andare e da un'ora c'è silenzio.
Quindi, ai fini di una valutazione, cosa ne consegue? Ne consegue che "At Peace Among Us" risulta essere un disco anonimo per l'ascoltatore non abituato ai canoni del genere, ma facilmente apprezzabile da chi invece ne è più avvezzo. Non è un disco brutto, ma non è nemmeno un capolavoro, solo affoga nel mare magnum dell'hardcore punk che a tratti ambisce ad essere promosso tra le fila del più tirato metalcore. Risulta essere un disco per cultori, sicuramente non per un ascoltatore casuale, il quale potrebbe facilmente decidere di spegnere dopo una o due canzoni.