Boston Manor
Be Nothing

2016, Pure Noise Records
Pop Punk

Recensione di Pamela Piccolo - Pubblicata in data: 24/10/16

"Be Nothing" è il primo album dei Boston Manor, seguito dell'EP "Saudade" del 2015.
Il quintetto di Blackpool, England, sfoggia con non-chalance un pop punk con lievi tratti hardcore sparsi qua e là, pur essendo essi soppiantatori del punk-rock anni ‘90 e non del pop punk della stessa decade.
Ciononostante, è la firma di un contratto discografico con l'etichetta Pure Noise Records che permette alla band di entrare a gamba tesa nel mondo della musica. Ad oggi i Boston Manor hanno altresì guadagnato visibilità grazie a live show portati in giro a supporto di band come gli As It Is, i Moose Blood e i Seaway, solo per citarne alcune.

 

Il complesso batteria ben colpita-due chitarre intrecciate-basso fa da sfondo alla voce del leader dei Boston Manor, Henry Cox, il quale vi si appoggia educatamente.
C'è tenacia nel loro "You better get used to this" e apprezzabili sono la grinta e la decisione che i cinque investono nella propria musica.

 

Con una manciata di graffi, Cox ci porta, con la traccia "Burn you Up" e con "Lead Feet", sopra ogni cosa, su un pianeta vagamente hardcore. La sua carica adrenalinica è arricchita dalle influenze dei meglio gruppi punk-rock americani, storici e contemporanei.
Un timbro vocale saltuariamente graffiante sembra un voler quasi provare a forzare le cose.
Imitando lo stile dei Placebo in "Pure Morning" i Boston Manor attaccano la sesta traccia, "Kill your Conscience". Si riprendono però la propria personalità ben prima del rintoccare il primo minuto. "Kill your Conscience" è un buon tappeto musicale per il pop punk di Henry Cox, cui piacevolmente si aggiunge, in terre lontane, un pedale acceso sul distorsore e una tosta abilità nelle mani e nei piedi del batterista Jordan Pugh. Per un paio di secondi possiamo infine addirittura prestare l'orecchio a vocalizzi dai rimandi lontanissimamente (nessuno me ne voglia) grunge.
L'intro di "Forget-Me-Not" pesca alla perfezione dall'album "Enema of the State" dei Blink 182, mentre "Stop Trying, Be Nothing" apre nuovamente e in maniera più marcata a un pedale acceso sul distorsore e il basso di Dan Cunniff è finalmente in prima linea.
Non poteva mancare un pezzo lento all'interno di "Be Nothing". "Broken Glass" è la ballata all'interno dell'album, la quale inizia profondamente per raggiungere un exploit di energia al minuto 2:25, e siamo certi raggiungerà il cuore dei più giovani.

 

"Be Nothing" è complessivamente un buon prodotto, nonché molto probabile trampolino di lancio verso successi futuri, consigliato a tutti i pop-punkers dell'ultima era.





01. Burn you up
02. Lead Feet
03. Laika
04. Cu
05. Broken Glass
06. Kill your Conscience
07. Forget-Me-Not
08. This song is dedicated to nobody
09. Stop Trying, Be Nothing
10. Fossa

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