Black Star Riders
Heavy Fire

2017, Nuclear Blast
Hard Rock

Recensione di Marta Scamozzi - Pubblicata in data: 06/02/17

Non c’è niente di nuovo sul fronte dei Black Star Riders. Il che non è necessariamente un male se consideriamo che, come sua abitudine, la band ha composto “Heavy Fire” sotto la supervisione dello Spirito dei Thin Lizzy. Lo Spirito si è fatto umano, abbracciando melodie più dirette, adattandosi agli stili schietti che sono tornati di moda con il trascorrere degli anni nel nuovo millennio. 
 
Forte di una parte vocale e di quel fantastico dualismo di chitarre che rafforza la melodia, “Heavy Fire” (di cui abbiamo parlato con Ricky Warwick nella nostra recente intervista) è il degno successore di “All Hell Breaks Loose” e “The Killer Instict”, ineccepibli prove in studio della navigata superband statunitense. Esso riesce a mascherare le melodie complesse con un approccio diretto hard rock. Il risultato è un lavoro energico e semplice ed eclettico.
Le tracce sono distribuite in modo eterogeneo: si va dal palese revival thinlizziano di “Testify Or Say Goodbye” all’hard rock senza sorprese di “Who Rides The Tiger” e  “Dancing With The Wrong Girl”. Non mancano le simil-ballad strappalacrime come “Cold War Love” e “True Blue Kid”: buona la prima, dimenticabile la seconda. 
Insomma: c’è energia, c’è varietà, c’è esperienza. Forse, questa volta, manca un po’ di passione, o, forse, è un’impressione di chi ascolta, e si aspetta che se un album merita cento punti, quello seguente deve meritarne almeno 101, oppure è da classificare nel libro nero degli insuccessi. 
 
“Heavy Fire” è tutto sommato un album riuscito la cui personalità, però, risulta essere leggermente sottotono. In scala Black Star Riders. Che deriva direttamente dalla scala Thin Lizzy. Questo significa che il livello è, ad ogni modo, significativamente alto. 





Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool