Brothers & Bones
Brothers & Bones

2015, Last Step Records
Alternative Rock

Recensione di Riccardo Coppola - Pubblicata in data: 04/10/15

Oltremanica, dove vive gente dallo sbilanciamento facile, qualcuno ha etichettato i Brothers & Bones come i nuovi Pearl Jam. E i Brothers & Bones vengono adesso presentati così, nelle due righe che descrivono gli eventi dove faranno ruggire le loro chitarre (capiterà presto anche della nostre parti). Accostamento lusinghiero. Audace. Rischioso, anche, considerato che una band con qualche annetto d'attività e un solo album in carriera può non avere le spalle abbastanza larghe da sostenere un paragone del genere. Ma il fatto fondamentale è che -forse ci siamo sbagliati, forse ci siamo persi qualcosa- di tutti i grandi nomi scomodabili per l'occasione, con i Brothers & Bones i Pearl Jam non c'entrano assolutamente niente.

Se dovessimo descrivere i Brothers & Bones forse parleremmo di nuovi Kings Of Leon, privati della loro proverbiale misoginia. O di nuovi Mumford & Sons, privati del loro proverbiale banjo e dotati di un po' di -cosa per loro sconosciuta- spina dorsale. Ma in fondo ci piace descrivere la loro musica per com'è, per impatto, per sensazioni: un rock classico nelle pulsioni, nella propensione alla ballata amorosa, negli accordi graffianti, nei bombardamenti da stadium rock alla Nickleback che prendono vita nell'opener "Kerosene". Un rock reso però moderno, rumoroso e alternativo dal timpano solitario sovrapposto alla grancassa, un po' ovunque in tracklist ma con rimarcabile efficacia sullo sconquassato finale di "Raining Stone"; uno stile che si lascia accattivare dalla tranquillità e dai coretti multi-voce dell'indie, su "For All We Know", lasciando comunque rosseggiare sullo sfondo pallide aurore di chitarre elettriche, sempre pronte ad infiammare la vibrante atmosfera dell'album.

In fondo, in realtà, nei tanti momenti interessanti che mette in fila nei primi minuti, "Brothers & Bones" dimostra che la band da cui prende il nome ha tutte le carte in regola per mietere consensi, per fare infiammare i palazzetti. Per fare anche dei grandi dischi, in un futuro. Perché tuttora manca l'esperienza, manca un campionario di forme canzoni padroneggiate più ampio di quelle che potrebbero contarsi sulle dita di una sola mano (la seconda metà dell'album può praticamente essere confusa per una ripetizione della prima), manca insomma quello che avrebbe potuto rendere questo debutto una stupenda sorpresa, e non soltanto un incoraggiante primo passo. Ma i presupposti per fare tanta, tanta strada sembrano esserci tutti.



01. Kerosene
02. To Be Alive
03. Omaha
04. Raining Stone
05. For All We Know
06. Crawling
07. Everything To Lose
08. Save Your Prayers
09. Why Be Lonely
10. Back To shore
11. If I Belong

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