Dopo l'EP di un paio di mesi fa, rilasciato soprattutto per presentare al pubblico la nuova frontwoman Laura Guldemond (leggi QUI la nostra intervista), le Burning Witches giungono al terzo album in studio con il sempre fido Marcel Schmier in cabina di regia e ancora una volta sotto il capiente ombrello di Nuclear Blast. Già dall'artwork in pieno stile anni '80, oltre che dal curriculum della band stessa, si intuisce dove vada a parare "Dance With The Devil": Dio, Iron Maiden e Judas Priest rappresentano l'inconfondibile altare a cui le cinque musiciste immolano la propria fisionomia, così legata a quella temperie stilistica da sembrarne un affettuoso calco. Poco spazio a sconvolgimenti e inversioni a U: la NWOBHM appena thrasheggiante di "Hexenhammer" viene riproposta senza particolari variazioni, malgrado una maggiore concessione alla melodia diluisca l'impatto e la velocità dei nuovi brani.
Il gruppo elvetico mostra di aver imparato vivacemente uno spartito che prevede come regola imprescindibile chitarre armonizzate, chorus e refrain accattivanti, linee di basso fedelmente debitrici di Steve Harris: a esclusione dell'introduzione strumentale "The Incantation", il poker di cavalcate iniziali ("Lucid Nightmare", "Dance With The Devil", "Wings Of Steel", "Six Feet Underground") osserva sino in fondo i tòpoi del genere, mentre la singer olandese tenta ammirevolmente di seguire le orme timbriche di Rob Halford, risultando nel complesso, rispetto a Seraina Telli, soltanto più acerba.
Tralasciando l'anonima ballad "Black Magic" e i classici riffoni di "Sea Of Lies", il combo offre il meglio di sé nell'oscurità proto-death di "Necronomicon", nelle sbirciate hair metal di "The Sisters Of Fate" e "The Final Fight", e negli anthem à la Doro Pesch "Threefold Return e "Battle Hymn", pezzo, quest'ultimo, che espone in vetrina guest star del calibro di Ross Friedman (Manowar) e Michael LePond (Symphony X). Tutto già sentito, certo, ma le Burning Witches non ambiscono a scrivere la storia: desiderano divertire e divertirsi e, in fin dei conti, riescono nell'intento.