"I wanna break the silence like I think I should
I got to do it now before you're gone for good".
La ritrovata unione tra James Bourne, Matt Willis e Charlie Simpson ha generato Night Driver, album che negli intenti e nei fatti si dissocia apertamente dai tormentoni del passato, e se così non fosse avremmo un bel problema. Inseguendo ritmiche e strutture dance, simili agli ultimi Maroon 5, lasciandosi andare a melodie appartenenti più alla fine degli anni '80 che all'inizio di un nuovo capitolo di una carriera iniziata troppo presto, i Busted si trasformano in creature della sera, e per essa imbastiscono una colonna sonora cupa e legata più a ciò che non si è riusciti a fare, che a ciò che si potrebbe. Rimane un costante l'ampia gamma di combinazioni al microfono e alla responsabilità di strumenti ed effetti, a conferma dell'imprescindibile talento da sempre appartenente al trio inglese. Un bell'esempio di crescita artistica che riflette quella umana, con diretti effetti collaterali sugli ascoltatori; un limpido salto nel tempo e nella commiserazione che spezza la sottile linea che divide persone ed artisti, in un unico viaggio alla riscoperta di ciò che non si è riusciti a fare, anziché a ciò che si potrebbe: un viaggio sicuro, guidano i Busted.