Deströyer 666
Call Of The Wild

2018, Season Of Mist
Black/Thrash/Heavy

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 28/02/18

In un tour bus lungo i deserti australiani battuti dal sole rovente, i veterani Deströyer 666 non frenano la propria corsa; nonostante le numerose cicatrici sui volti riflesse nello specchietto retrovisore, segni di una gioventù selvaggia trascorsa tra violenza, sesso, metal e satanismo, la risoluzione di non rallentare né tantomeno imballarsi nelle pastoie della pensione si rivela una scelta indovinata. Dopo una pausa dovuta alla riorganizzazione della line-up, i nostri con l'ottimo "Wildfire" (2016) si distinsero per un parziale ritorno a vecchi fasti ormai sopiti: nel nuovo EP "Call Of The Wild", pubblicato appena prima di imbarcarsi in un imponente serie di concerti negli Stati Uniti in compagnia dei Watain, gli aussie accrescono le influenze provenienti dalla NWOBHM, riprendendo le fila e le vibrazioni dell'ultimo full-length. Un sound solido e atemporale, completato da massicce dosi di Venom, Sodom e Destruction: una mescolanza che dimostra come i lupi di certo non abbiano perso l'affilata dentatura.

 

Se l'opener "Violence Is Golden", costruita per essere ululata in coro durante incandescenti esibizioni on stage, si inscrive perfettamente nel new deal del gruppo, con il leader KK. Warslut a suo agio nel ringhiare uno splendido "Fucking cunt..." al termine della cavalcata, "Stone By Stone" invece segue solo inizialmente le orme del pezzo precedente, almeno sino a quando la catena di riff muscolari e al fulmicotone riporta l'act in territori più familiari, zollati all'insegna di un black/thrash sudicio e condotto a tavoletta. La title-track non decelera, ma incorpora un break centrale dal melodico refrain e nostalgici assoli hard&heavy, mentre il brano di chiusura rappresenta una versione aggiornata della leggendaria "Trialed By Fire": mossa piuttosto coraggiosa in quanto l'originale, contenuto nel mini "Terror Abraxas" (2003), costituisce uno dei cavalli di battaglia della band, soprattutto durante le performance dal vivo. Un pezzo dal testo introspettivo, che si occupa dei difetti e delle imperfezioni della natura umana, e che, pur non risultando drammaticamente stravolto, si giova dell'aggiunta di alcuni versi inediti, diretta testimonianza delle difficili esperienze sostenute dai Deströyer 666 in un quindicennio di dura vita on the road. Un mid-tempo dunque dai passaggi epici e con un deciso abbassamento della velocità, spia di un interessante mutamento stilistico sì abbozzato in passato, tuttavia allo stato attuale affrontato con maggiore convinzione e consapevolezza.

 

Benché il terzetto non riesca a raggiungere i vertici inimitabili del passato, ciò non autorizza a considerare qualsiasi sforzo futuro un inutile tentativo di sopravvivenza musicale. Una volta che l'ascoltatore si ponga nell'ottica di guardare oltre, riconoscerà la sorprendente efficacia di un "Call Of The Wild" arricchito da momenti di notevole brillantezza e da una suggestiva incisione ex novo di un classico intramontabile: un piccolo gioiello offerto da un branco di distruttori infernali dal pelo grigio a masse latranti e alticce.






01. Violence Is Golden
02. Stone By Stone
03. Call Of The Wild
04. Trialed By Fire

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