Il passato artistico di Charlie Simpson potrebbe impedirgli di essere citato sulle nostre pagine. Come spesso accade in questi nuovi contesti cantautorali, da una Pop band di successo si aprono carriere indipendenti dai risvolti curiosi. Gli ex Busted – fenomenali all’inizio degli anni 2000 – James Bourne, Matt Willis e Charlie Simpson si sciolsero per intraprendere una personale maturazione musicale attraverso generi decisamente più concreti di quello che li fece conoscere in tutto il mondo.
La carriera di Charlie pare, ad oggi, essere tra le tre quella di maggior successo. “Long Road Home”, secondo album di studio, a prescindere dai gusti e dalle divergenze sonore, fa sorridere: è in questo delicato concentrato di melodie e dicotomie tra acustica e pianoforte che Charlie esprime tutto quello che ha sempre cercato di esprimere sin dai primi avvicendamenti col microfono. Il suo ruolo nei Busted era quello di cantare nelle tracce strappalacrime ed emotive: ora, a distanza di più di dieci anni, quell’embrionale mansione viene valorizzata ed elevata in undici canzoni ancora molto simili tra di loro, ma in completa armonia con il concetto dell’album.
Fresca nella sua giovane lamentela, la valida voce di Charlie trova finalmente un ambiente sonoro in cui crescere e svilupparsi. “Long Road Home”, quasi completamente acustico, è la realizzazione di un sogno. Un sogno di pace nella ricerca della meta musicale che per Charlie è ora casa.