Cheatahs
Cheatahs

2014, Wichita
Alternative Rock/Noise Pop

Recensione di Nicolò Rizzo - Pubblicata in data: 25/02/14

Mai sentito parlare dei Cheatahs? Nemmeno io, e per un semplice motivo: sono appena usciti sul mercato. Se ascoltate il loro omonimo album di debutto, avrete l'impressione di ascoltare un disco che è in circolazione da almeno vent'anni.

 

I Cheatahs sono quattro giovani ragazzi londinesi, e solo per questo meriterebbero di essere ascoltati. In realtà, non sono proprio tutti inglesi: il frontman della band, Nathan Hewitt, è nato e cresciuto in Canada, un paese che ha dato i suoi natali ad uno dei fenomeni musicali più interessanti degli ultimi anni. Justin Bieber? Nein. Avril Lavigne? Fuochino. No scherzo, acqua. Sto parlando degli Arcade Fire. Sebbene sotto forma di un lontano eco, nel disco di debutto dei Cheatahs si sente una certa influenza di Win Butler e soci, sia a livello sonoro, sia come intenzione: creare qualcosa di innovativo ma allo stesso tempo legato al passato, creare un prodotto commerciale di indubbia qualità artistica, creando uno stile in continua evoluzione.


Se negli Arcade Fire questi propositi sono diventati realtà, nei Cheatahs, purtroppo, il tutto rimane nella lista dei buoni propositi per l'anno nuovo: le sonorità, che spaziano dal noise-pop all'alternative più schietto con un leggero pizzico di punk, non riescono a creare nulla di innovativo o di vagamente stupefacente, creando un album che, alla fine, risulta assolutamente innocuo.


Dopo l'intro noise di "I", l'album di scioglie nella ritmica in stile Dinosaur Jr. di "Geographic", un potenziale singolo che rimane relegato nell'ambito di una sperimentazione retrospettiva e, ahimé, un po' scontata, che, purtroppo, vale anche per il resto del disco. Salvo alcuni brani indubbiamente interessanti, come ad esempio "Get Tight" e "Northern Exposure", "Cheatahs" risulta essere un eterno loop di suoni già sentiti, prendendo spunto da band come Tame Imapla (vedi "Mission Creep") e Biffy Clyro ("The Swan" suona un po' troppo famigliare), diventando solo una pallida copia di esperimenti musicali senza dubbio interessanti, ma già realizzati da altri.

 

Insomma, i Cheatahs, per il momento, regalano un disco troppo vecchio per essere innovativo e troppo nuovo per essere apprezzato. Tuttavia, per essere un'opera prima, Cheatahs è un album che sicuramente si differenzia in qualche modo dalla mischia, rivelando l'esistenza di quattro ragazzi musicalmente abili e colti, con una grande ambizione di creare un prodotto musicale di valore. Aspettiamo.





01. I

02. Geographic

03. Northern Exposure

04. Mission Creep

05.  Get Tight

06.  The swan

07. IV

08.  Leave to Remain

09. Kenworth

10. Fall

11. Cut the grass

12. Loon Calls

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