E' bastato un solo singolo, "Karma", perchè il mondo si accorgesse che un nuovo supergruppo metal ha preso vita. Mettendo insieme membri di In Flames, Amaranthe, Rhapsody e Annihilator nascono infatti i Chyra, un progetto le cui premesse sono ottime e il cui album di debutto "Letters To Myself", fra alti e bassi, convince. Per più ragioni: riff accattivanti, bei ritornelli, tecnica impeccabile. Tutte le 12 tracce, da "Karma" a "Death To Me", dimostrano di essere il risultato di un lavoro di gruppo, dove ciascuno dei componenti ha saputo lasciare la propria impronta. Quello che ne risulta è un insieme di canzoni non pretenziose, il cui sound non è innovativo e ricorda subito quello di altri gruppi moderni, ma che acquista una propria identità grazie alla voce di Jake E e alla consapevolezza che nel mondo della musica c'è sempre spazio per nuove belle canzoni, se sai come scriverle.
I Chyra sanno farlo e brani come "Karma" e "Black Wings" lo dimostrano con arrangiamenti ricercati, ben costruiti, che svolgono alla grande il compito di intrattenere chi li ascolta. Il titolo dell' album è tratto da quello del brano omonimo presente nella tracklist, vera punta di diamante del progetto e non a caso rilasciato di recente come secondo singolo. A tal riguardo Jake E ha dichiarato: "Sono felice che ‘Letter To Myself' sia diventata un singolo, dato che è la prima canzone che io e Jesper abbiamo scritto assieme". Muovendosi nel campo del melodic metal, dove è un attimo che un brano assomigli a un altro , si perdona anche qualche passo falso (se così lo si può chiamare): "Here To Save You", tralasciando un breve intermezzo, non brilla per originalità, così come "Muted Life", il cui ritmo languido e le melodie vocali non le fanno risaltare come potrebbe, mentre arriva la successiva "Closure" a sistemare le cose, con un ritmo ancora più lento ma anche più coinvolgente. Salta subito all'occhio come l'intento dei Chyra fosse quello di alternare in maniera omogenea i brani più veloci ed heavy per spezzare ogni tanto l'atmosfera volutamente nostalgica ed introspettiva trasmessa dalla maggior parte delle altre canzoni. "Black Wings" si dimostra un ibrido più che valido. Si arriva poi alla coppia finale formata dall'unico brano acustico dell'intero album, "Inside A Lullaby", con un interessante gioco di armonie vocali e da "Death To Me", semplicemente sul taglio delle altre.
Non un lavoro perfetto, questo "Letters To Myself", ma senza dubbio un album godibile per tutti gli amanti del genere. Date le personalità che ne fanno parte, con il tempo i Chyra arriveranno senza dubbio a sviluppare una sintonia tale da sfornare brani ancora migliori. Diamo loro tempo e fiducia: questo debutto è la prova che se li meritano.