I Cianide, vera e propria band di culto dell'underground statunitense, riemergono nel regno dei viventi grazie a un EP, "Unhumanized", che conferma quanto la loro miscela insalubre di death e doom metal non abbia perso un'oncia della consueta virulenza. I nostri, attivi sin dal 1988, decostruiscono ancora una volta la moderna ossessione per il tecnicismo esasperato, macinando cinque brani dal sound old school che tanto deve alla lezione di Autopsy, Bolt Thrower e Obituary, con riff marziali e neandertaliani che si fanno strada attraverso un clima umido e deliziosamente deprimente.
Anche nei pezzi dalla velocità pronunciata, ai quali non difetta una certa spigliatezza melodica, le chitarre sembrano comunque immerse in una palude satura di fango ("Serpent's Wake", "Weapon Of Course", "Traitors"); quando poi il ritmo abbassa i giri, sprofondando in acque davvero torbide, la musica diviene ancora più putrida, che si tratti delle cadenze soffocanti della title track o della lenta combustione di "Shadow Of The Claw". Il gruppo riesce a veicolare all'ascoltatore la sensazione di essere ostaggio di un antro oscuro e muscoso pieno di creature assetate di sangue, in cui Satana, provvisto di un programmatico sorriso sghembo, troneggia sinistro e grifagno.
Dopo otto anni dall'ultimo "Gods Of Death", la bava acida dei Cianide torna a espandersi densa nel mondo estremo, disgregando ogni tentativo di opposizione al suo marcio cammino. Per soli intenditori dell'abiezione.