Nel 2007 Tony Kaye, tastierista e organista degli Yes, e Billy Sherwood, il polistrumentista noto anch'esso per aver militato nel gruppo britannico, decisero che era arrivato il momento di dar vita a qualcosa. Nello specifico, questo qualcosa prese il nome di Circa. Rinforzati da Ricky Tierney al basso e Scott Connor alla batteria, quello che uscì fuori da questa nuova creazione furono tre album in studio e due live disponibili anche in DVD.
Da questo i Circa partono per creare il loro quarto prodotto "Valley of the Windmill": quattro brani di lunghezza molto estesa, tanto che Sherwood lo definisce “super-proggy”.
Impressionanti sono i groove che si possono ascoltare per tutta lo sviluppo dell'album: tecnicismo e dinamicità sono le chiavi di lettura per quest'impressionante lavoro. È particolarmente percepibile la nostalgia degli anni 70', che rivive negli animi dei musicisti, maestri nell'amalgamarla perfettamente al sound dei tempi contemporanei, senza dimenticare il loro stile originario.
Di non facile ascolto, il disco inizia con “Silent Risolve” dotata di una lunga introduzione che crea il giusto ambient e prepara il sound alla più propriamente prog track “Empire Over”, la quale riecheggia l'immortale ed immaginario “Fragile” degli Yes, un masterpiece del genere, soprattutto per quanto conterne la struttura dei cori e delle testiere. Per il resto il sound è nuovo, fresco, pulito, propriamente moderno.
Va a seguire l'omonima “Valley of the Windmill”, introdotta da un arpeggio classico e parecchio melodico, sul quale la voce del gruppo intona un canto suadente, dal mood rilassato.
Ultima e di sostanziosa durata (18:43 minuti) è “Our Place Under The Sun” che trascina l'ascoltatore a 360° nella più pura e immacolata svolta progressive che questo supergruppo è riuscito a donare al pubblico, rendendo immortale opere nate, nel passato, dal genio di questi big.