P.O.D
Circles

2018, Mascot Label Group
Rap Metal

"La parola "psiche", anima in greco, significa anche "farfalla". Nasciamo con un bruco di anima, il nostro lavoro è dargli ali e volo." (Alejandro Jodorowsky)
Recensione di Paolo Spera - Pubblicata in data: 28/11/18

Sono passati tre anni dalla pubblicazione del loro nono album in studio, "The Awakening" del 2015. Adesso, i P.O.D sono tornati con un follow-up dal titolo "Circles", primo album in studio pubblicato per Mascot Label Group, che affronta il tema della ricerca di stessi attraverso un viaggio introspettivo che ha inizio tra le coste della calda California, per spingersi oltre la West Coast. E come farfalle, spiccano il volo per raggiungere l'orizzonte senza più guardarsi indietro.

 

Ogni nuovo inizio ha sempre un gran bel suono, e il loro viaggio ha quello giusto. È il marchio di fabbrica della band a dare il via alle danze: è il basso distorto di Mark "Traa" Daniels, lo stesso di "Youth Of The Nation", che costruisce la base ideale allo sfogo persistente del cantante, che apre con una bellezza performante il decimo album della band. Una scarica di rabbia, aggressività e violenza senza mezzi termini a metà tra un dissing verso il cambio di rotta della musica odierna e lo sfogo puro, chiamata "Rockin' With The Best", primo estratto del nuovo disco. Signore e signori, la band califoniana è tornata sulle scene e il brano di apertura ne è la dimostrazione e non sembra poi così lontano il 2001, anno d'uscita del loro celebre "Satellite".

 

Ritmi sudamericani e cantilene caraibiche incontrano la California al confine con il Messico, sacro Luogo Natio della band. Un tributo a San Diego, terra d'origine del cantante, Sonny che dedica alle sue radici il secondo brano del disco con l'armoniosa "Always Southern California".

 

Scritta sotto l'influenza di una morale cristiana che da sempre muove i testi della band - già dal nome, acronimo di "Payable On Death", che onora il sacrificio di Cristo per liberare l'uomo da tutti i peccati del mondo -, la radiofonica tile track, "Circles" annuncia il tema portante del disco, ma smorza le alte frequenze raggiunte dai due precedenti brani. Che sia una mancanza, o un pregio, non ci è dato saperlo. I suoi suoni lucidi, le sue atmosfere sognanti fanno a botte con l'irriverente chiusura del brano, che perdona alla band ogni antecedente tentativo di dare al singolo un'impronta pseudo-romantica. Eppure, basterebbe aspettare qualche istante e ascoltare soltanto "Panic Attack" per ricordarsi di che pasta sono fatti i P.O.D. Si spazia tra puro Rap Metal di natura caotica, Raggae, Badass e, perchè no, anche un pizzico di atmosfere Dream Pop. Una cosa è certa: la band è in netta sintonia. Brani come "On The Radio" non lasciano che intendere quanto il gruppo di San Diego sia giunto a maturazione sonora e tecnica. Un'ottimo gioco di chitarre distorte, bassi in saturazione ed incontrollati crash di batteria.

 

Ci sono tre elementi in "circolo" nel nuovo album dei P.O.D: speranza, sofferenza e resilienza. Ed i ritmi bollenti di "Fly Away" li contiene tutti. E' il brano che ha ispirato la copertina, le cui farfalle incarnano l'evasione sensoriale dell'uomo dai propri peccati. Una delle tracce più belle dell'album, che spacca a metà il disco e che ha il grande potere di portarci molto lontano, sempre più in alto, sorvolando le spiagge di San Diego, per poi perdersi tra i vicoli di Chula Vista e le valli di El Cajon.

 

Ma ogni viaggio ha i propri ostacoli, e l'album ci pone di fronte a un burrone, un precipizio, un salto nel vuoto con i due brani successivi, rispettivamente "Listening For The Silence" e "Dreaming", un mero tuffo negli incubi più tetri di Sonny Sandoval, per poi far ritorno a quel flavour dal sapore californiano con "Domino", ballad in chiave minore caratterizzata da un "palm muting" riverberato che farebbe gola ad ogni chitarrista provetto.

 

Non sarebbe stato eticamente corretto se il nuovo lavoro discografico dei P.O.D avesse lasciato all'ascoltatore il sapore amaro del tedio e del malumore dei temi affrontati dal cantante. "Siamo farfalle dirette verso il sole" - come ha lui stesso spiegato - e bisogna proseguire avanti, dimenticando il passato, ricorrendo alla propria grinta interiore per lasciare ogni sgradevole ricordo indietro. Ed è proprio questa la filosofia che si cela dietro i due brani di chiusura di "Circles", con l'energica "Soundboy Killa" (anche se abbastanza ripetitiva e priva di fantasia rispetto al resto della tracklist) per chiudere con uno degli highlight dell'intero album. Si tratta proprio dell'undicesima traccia, "Home": il ritorno verso casa; il circolo che continua il suo percorso, ma senza concludersi; il punto di riferimento: casa. Straziante, ma elegante. La richiesta di un bisogno vitale, un brano molto vicino alle sonorità dei Deftones (band di ispirazione per i P.O.D) e che celebra il culto di una delle band che ha reso il Rap Metal non più solo un sottogenere, ma la sua vera e propria fortezza, il proprio punto di riflessione e di crescita.

 

Il tema centrale del decimo album dei P.O.D a questo punto è chiaro, è il viaggio. Un nuovo inizio, ma soprattutto un ritorno. La consapevolezza della band di essere ancora sulle scene, sui palchi, al centro della propria musica, inneggiando al tema dell'eterno ritorno verso casa, verso un nuovo inizio sul palco. Le farfalle sono volate all'orizzonte, verso il sole. Sono tornate a "Casa".





01. Rockin' With The Best

02. Always Southern California

03. Circles

04. Panic Attack

05. On The Radio

06. Fly Away

07. Listening For The Silence

08. Dreaming

09. Domino

10. Soundboy Killa

11. Home

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