Se è vero che molte volte la musica è semplicità, è altrettanto vero che questa semplicità la si deve modellare bene per ottenere un risultato semplice ed efficace. Si tratta di un concetto elementare che, nonostante la buona volontà, la giovane artista Colleen Green sembra non aver proprio capito. Con questo LP “Sock it To Me”, tra tentazioni stoner e punk, garage rock e un cantato tendente al pop, l’artista ricerca una soluzione sì semplice che però non sembra avere grandi idee alle spalle, ricordando un po’ l’anima acerba dei giovanissimi Blink-182, influenza importante anche nel lavoro della Nostra.

Colleen, che sembra si presenti con un immancabile paio di occhiali durante i suoi live, sferra nella sua proposta dei chitarroni grezzi, algidi e molto essenziali; quasi in ogni brano si presenta la stessa pennellata di chitarra, creando un atmosfera stridente attorno alla voce docile - ma poco sfruttata - della Nostra. Troviamo poi melodie pop che anziché ravvivare l’insieme ottengono l’effetto contrario, così come succede a qualche up-tempo e ad una batteria che non trova mai il posto giusto dove inserirsi. Il problema dell’intero lavoro è che nonostante il songwritting vada a pescare a mani nude direttamente dalla vita della stessa artista - risultando quindi molto personale e per niente anonimo - tutto il comparto musicale che accompagna la proposta è pressoché privo di quell’ispirazione che potrebbe garantire al full-length un ascolto prolungato.

Fossimo davanti ad un’artista affermata, questo lavoro sarebbe sicuramente visto come un passo falso, se non proprio sbagliato; vista la giovane età si può capire benissimo un risultato acerbo e un po’ confuso. Resta il fatto che per Colleen Green questo è il momento di rimboccarsi le maniche: la strada non è certo in discesa, ma dai passi falsi si può solo imparare.