Conchita Wurst
Conchita

2015, Sony
Pop

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 16/07/15

All'Eurovision Song Contest spesso si vince ponendosi con un'immagine forte, shockante, che generi un impatto violento sulla gente. E' successo quest'anno con Måns Zelmerlöw, ma è successa la stessa cosa, e per ragioni diametralmente diverse, anche nell'edizione precedente, con la vittoria della viennese Conchita Wurst, drag queen efficacissima nel suo essere estremamente credibile pur con una barba che, di credibile e femminile, non ha nulla. D'altronde, lo capivi sin dalle clip di presentazioni del brano mesi prima dell'inizio della manifestazione canora che la Wurst aveva in sé quel potere mesmerizzante di portare le cose più fuori posto (essenzialmente, la sua mascolinità su un essere totalmente femminile) con estrema naturalezza, quasi facendone un vanto, un'arma di profusione di charme su un fascino alieno e sghembo, ma non per questo meno efficace.

 

Si è fatta aspettare a lungo la prima manifestazione discografica, sotto forma di LP propriamente detto, di quest'artista. Anche per i tempi commerciali dell'Eurovision, un anno di attesa è davvero troppo; ciononostante, a pochi giorni dalla pubblicazione dell'evanescente opera pop del vincitore dell'edizione 2015 del festival, finalmente "Conchita" giunge nelle nostre orecchie, recando con sé tutto il carico della sua musica tanto teatrale, quanto pop e danzereccia.

 

Negli effetti, questo è inciso che si rivela essere assai stanco quando si veste della banalità del ruolo del suo autore/autrice, ovvero quando si abbandona alle facilonerie drag/burlesque del queer pop; che sia la disco di "Firestorm", la simpatia jazzy di "Where Have All The Good Man Gone" (chiedilo a Mika), l'arabesco di "Out Of Body Experience", financo l'eccessivo dramma orchestrale di una "Heroes" e della triste Bond girl che anima "Rise Like A Phoenix" (che ha permesso a Conchita di vincere l'Eurovision): tutti questi brani, seppur funzionali, non vanno oltre il compitino, e l'interpretazione del ruolo che ci si aspetta da qualsiasi musicista en travesti.

 

Semmai, l'elemento speciale e degno di nota, la "barba musicale" che infioretta a dovere l'opera rendendola preziosa, è quando Conchita va fuori dagli schemi, ed elabora canzoni di un'epicità melodico-lirica intensa e devastante. Succede nel poker di pezzi iniziali, dove si assiste sempre ad almeno un evento di imprevedibilità all'interno dei brani, in quel gioco d'intreccio tra trame EDM alla ultima Ciccone e grande gusto per l'orchestrazione (ascoltate "Colours Of Your Love", la cinematografica conclusione della marziale "Put That Fire Out", l'epica ariosità dell'apertura del ritornello dell'iniziale "Up For Air"): una manifestazione di classe nell'arrangiamento, che riveste una simpatica veste pop. E d'altronde di classe, simpatia e carisma non difetta neanche il personaggio che si cela dietro la musica del disco.

 

Tenderete a sottovalutarla per quello che fa, dice e per come si pone, ma Conchita Wurst ha dalla sua un'argomentazione piuttosto importante per sostenere la sua ragione di essere nell'arte, ovvero la sua musica. Che non è banale come i presupposti, la confezione ed i pregiudizi lasciano presupporre ma, pur non proponendo nulla di autenticamente rivoluzionario, si dimostra confezionata con cuore e passione. E nel suo essere esotico messaggero d'amore (principalmente verso se stessi) in questa estate 2015, Conchita Wurst confeziona un veicolo (il disco) assai efficace e veloce, che chiunque dovrebbe semplicemente accettare, con un sorriso.





01. You Are Unstoppable

02. Up For Air

03. Put That Fire Out

04. Colours Of Your Love

05. Out Of Body Experience

06. Where Have All the Good Man Gone

07. Somebody To Love

08. Firestorm

09. Pure

10. Heroes

11. Rise Like A Phoenix

12. Other Side Of Me

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