Wednesday 13
Condolences

2017, Nuclear Blast
Alternative Metal/Rock

Una risposta incoraggiante a chi li considerava inesorabilmente in declino: per i Wednesday 13 non è ancora giunto il tempo delle condoglianze
Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 02/06/17

Wednesday 13 calano l'ottavo album in poco meno di dodici anni ponendosi per la prima volta sotto l'egida della Nuclear Blast: adorati e bistrattati, frullato ipercinetico di splatter punk, sleaze glam e dozzinale heavy metal in un amalgama compulsivo che ricorda senza soluzione di continuità Rob Zombie, Misfits, Marylin Manson e Alice Cooper, il combo nordamericano sposta con "Condolences" il consueto raggio d'azione.

 

Joseph Poole, mastermind principale del progetto, sia negli esordi con gli irriverenti e kitsch Frankenstein Drag Queen From Planet 13, che con i Murderdolls, goliardico e trivialmente spassoso side project di Joey Jordison, da sempre ha dilettato il nutrito pubblico di affezionati con un immaginario costituito da horror movies riletti in chiave ironica; formula di successo benché non immune da maligni strali critici. Il debutto "Transylvania 90210 - Songs Of Death, Dying And The Dead", da questo punto di vista, concentrava l'intera summa del pensiero del nostro. Tuttavia se già in "Dixie Dead" (2013) e nel concept "Monsters Of The Universe: Come Out And Plague" (2015) il sound si era notevolmente irrobustito, con "Condolences" il metal amplifica la propria presenza, mentre l'humor affiorante dai testi diminuisce. Scelta che si conforma al rinnovamento globale voluto da Poole: songwriting condiviso in parte con i membri del gruppo, nuovo design del logo, mutamento di label, avvicendamento in fase produttiva e video a supporto del disco dopo un'assenza protrattasi da "Fang Bang" (2006).

 

Le liriche, incentrate sulla morte nelle sue varie forme (specificamente omicidi e fantasie delittuose), si allontanano dagli orrori cinematografici, sondando i tortuosi meandri della psiche umana attraverso l'esplorazione della mente di vittime e carnefici.
L'inizio è folgorante: dopo essere stati catapultati in un crescendo di voci sulfuree e psicotiche nell'intro "The Last Rites", si parte con l'oscura "What The Night Brings", canzone sinistra e possente in cui il growl di Wednesday 13, mai così graffiante e profondo, disegna scenari sabbatici e notturni. Un'energica sezione ritmica caratterizza "Cadaverous" uno dei pezzi maggiormente heavy del lotto in cui è la necrofilia a essere protagonista indiscussa, mentre chitarre ad alto volume accompagnano "Bloody Sick", refrain catchy e atmosfera da vecchio film Hammer anni '60. "Good Riddance" indugia sulla falsariga del brano precedente pur esibendo un ritmo più ragionato che ben si adatta ad un testo metaforico, ma balbettante, imperniato sul dissolvimento fatale di relazioni interpersonali; angosciante voyeurismo invece per "You Breathe, I Kill", rapida e martellante, dedicata al pluriomicida Richard Ramirez, conosciuto come Night Stalker e grande fan degli AC/DC, a cui creò non pochi problemi e cattiva pubblicità. "Omen Amen" rammenta le ruffiane movenze mansoniane di "Scream Baby Scream" ("Skeletons", 2008), sebbene l'idea del rock ‘n roll come emanazione di entità diaboliche appaia davvero troppo sfruttata, oltre che scarsamente consona al mood complessivo del platter. Deen Castronovo, batterista dei Journey, è ospite (superfluo) dietro le pelli di "Cruel To You", frammento in classico stile Wednesday 13: sottofondo punk rock melodico e solare, video divertente e fumettistico, contenuti inquietanti e grotteschi ("I just wanna take a razorblade / and mutilate your body").

 

Una prescindibile pausa strumentale ("Eulogy XIII") scorta l'ascoltatore verso le ultime battute mantenendo discreti livelli di coinvolgimento: la massiccia "Prey For Me" e le venature hard rock di "Lonesome Road To Hell", legate, in un continuum tormentato e privo di palingenesi, dalla figura di un assassino colpevole di atti nefandi, fanno da battistrada all'inaspettata coppia finale. Il pianoforte in apertura di "Condolences" testimonia la volontà di cambiare decisamente passo rispetto al passato: brano epico, rallentato, il sussurro macabro di Wednesday 13 che risuona come un'eco lontana, con la vita che si approssima alla fine del viaggio ("Sorry for your loss / Condolences"). Quella stessa vita che scivola via in un sonno frenetico, prima di sbiadirsi nell'aldilà della tredicesima traccia, "Death Infinity": "And as I take / these final steps / I know life / begins at death" canta Poole prima della piena finale, in un crescendo distorto di chitarre fino alla nota di chiusura.

 

Al di là di alcuni difetti rilevabili nella sovrapposizione non sempre felice di musica e testi e nella difficoltà di governare senza sbandamenti le variazioni attuate, apprezzabile risulta il coraggio dei Wednesday 13 nel mescere un cocktail maggiormente adulto e profondo, cercando di eludere la riproposizione di cliché ormai appassiti: non tutto fila liscio, il ridicolo involontario sosta acquattato dietro l'angolo, ma la nuova partenza merita rispetto, in attesa di future conferme sulla bontà del tragitto imboccato.





Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool