Coney Hatch
Four

2013, Frontiers Records
Hard Rock

Recensione di Chiara Frizza - Pubblicata in data: 20/12/13

Ha dell’incredibile la storia dietro alla reunion dei canadesi Coney Hatch. Formatisi nel 1982 e durati meno di una decade, come tanti fenomeni tutti 80s, già nel 1985  i quattro membri della band prendono strade separate. Ma la vita è strana e il destino ancor di più, e nel 2008 le loro strade finiscono per incrociarsi nuovamente e nel modo più inaspettato: in una notte d’Aprile, di ritorno da una sessione di registrazioni, il cantante e chitarrista Carl Dixon rimane coinvolto in un grave incidente stradale in Australia che lo lascia in coma, tra la vita e la morte. Nel tentativo di risvegliarlo dal coma, sua moglie contatta telefonicamente gli altri ex-membri della band, chiedendo loro di provare a parlare a Carl attraverso il telefono. Mentre la donna tiene il telefono premuto all’orecchio del marito, all’altro capo del telefono l’ex bassista e vocalist Andy Curran parla al suo ex cantante, dicendogli che deve riprendersi in fretta, perché devono continuare a divertirsi e suonare tutti insieme come Coney Hatch. Andy non è veramente convinto delle sue parole, che scivolano fuori da sole. Quando Carl si risveglia, però, ricorda chiaramente le parole di Andy... una promessa è una promessa, e nel 2010 la band si esibisce nel suo primo concerto dopo la reunion, al Phoenix Concert Theatre di Toronto. A questa esibizione ne seguono altre e il pieno ritorno sulle scene si deve con l’uscita di “Four”, risultato del crescente interesse del pubblico nei confronti del ritorno dei Coney Hatch sulle scene.

 

Ventotto anni non sono pochi quando si tratta di musica, eppure i Coney Hatch sembrano riprendere esattamente da dove si erano fermati nel 1985. Il suono delle chitarre la fa sempre da padrone con riff grintosi ed elettrizzanti stile AC/DC, ma non si tratta di un revival dei tempi che furono. Il songwriting è ottimo: la struttura dei brani è semplice e dritta al punto, spogliata dalle tastiere che erano apparse in “Friction” (1985). Strofe e ritornelli accattivanti, come nell’opener “Blown Away”o in “Connected”, fanno il resto.

 

I canadesi sfruttano la compresenza di due vocalist a proprio vantaggio, molto più che nelle produzioni precedenti; le voci di Carl e Andy, piuttosto diverse tra loro, si alternano come lead vocals dei brani che compongono la release, contrastandosi l’un l’altra e permettendo quindi di cogliere meglio le diverse sfumature che le caratterizzano. La voce di Andy, pressoché invariata in quasi trent’anni, è infatti più ruvida di quella di Carl e del tutto protagonista nei brani più grezzi, dall’anima più rock, come “Boys Club” e  la sorprendente “Do It Again”, un brano quasi alternative rock per la sua struttura, con l’esplosione di voce e chitarra nel ritornello: probabilmente, quello che avrebbero composto negli anni ’90 se fossero stati in attività. C’è un tocco quasi sleaze in “Down & Dirty” e in “We Want More” (un brano che infiammerà i fan durante i live) e del blues in “The Devil U Know”, esaltato dalla voce calda di Carl. A conclusione dell’album, la ballad “Holding On”, non particolarmente ben riuscita ma valorizzata dalle vocals e dall’assolo di chitarra che fanno dimenticare la struttura e la melodia, piuttosto monocorde e scontata. Forse non è proprio adatta come brano conclusivo, dove non avrebbe stonato un brano più rock ed energico, ma si tratta dell’unica nota dolente del full-length.

 

Un ritorno sulle scene con i fiocchi, quello dei Coney Hatch. Al contrario di tanti altri colleghi, le cui reunion sembrano show mediatici dettati dal dio denaro, nei quali si finge di aver dimenticato vecchi dissapori o si imita se stessi nel tentativo di rievocare un passato che non torna più, il ritorno dei canadesi è sincero e animato dalla voglia di scrivere nuova musica insieme (a questo proposito, un plauso per non aver scelto di inserire re-incisioni o nuovi arrangiamenti dei brani degli esordi) e “Four” ne è un’ottima prova.





01. Blown Away 

02. Boys Club 

03. Down & Dirty 

04. Do It Again 

05. Connected 

06. Revive 

07. We Want More 

08. The Devil U Know 

09. Marseille

10. Keep Drivin’ 

11. Holding On 

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