Sonic Syndicate
Confessions

2016, Despotz Records
Alternative Rock, Pop

Il coraggio di reinventarsi completamente potrebbe non bastare ai vecchi fan.
Recensione di Roberto Di Girolamo - Pubblicata in data: 18/10/16

L'evoluzione è sempre una cosa positiva, soprattutto se si ha un trascorso caratterizzato da una certa dose di derivazione stilistica. In questo caso però la differenza è data dalle modalità con cui si realizza il processo: quello compiuto dai Sonic Syndicate in "Confessions" potrebbe rappresentare per la formazione svedese il proverbiale passo più lungo della gamba. Dopo essere stati lasciati dalla bassista Karin Axelsson (ritiratasi a vita privata) e scaricati dalla Nuclear Blast, il gruppo originario di Falkenberg tenta di rinnovarsi completamente lasciandosi alle spalle il passato swedecore e imbracciando totalmente un nuovo genere, a costo di attirarsi ben più di una critica.
 
Il problema in sé non è il cambiamento, e neppure la commistione con generi diversi (i conterranei Amaranthe ne sono la prova), ma piuttosto la velocità che ha portato una band ancora molto ancorata ai dettami di Soilwork e compagnia a diventare un gruppo rock dalle marcatissime influenze pop ed elettroniche nel giro di soli due anni. Di sicuro molti fan abbandoneranno l'ensemble, mentre non siamo altrettanto sicuri che sia in grado di farsi nuovi followers in tempi brevi, anche perché lo stile che propone ora coincide con quello di molti altri artisti che - a dirla tutta - sono dotati di qualità e personalità ben diverse. 
 
Se però non disdegnate suoni più morbidi allora troverete il disco godibile, anche se leggero nei suoni e negli intenti. "Start a War" è un buon brano e un ottimo singolo, pur magari non raggiungendo i livelli di "I Like it Rough" che è un pezzo rock moderno dall'elevato potenziale radiofonico. "Life is Not a Map" ha un mood positivo contagioso, anche grazie al testo fortemente motivante che ben si sposa alla musica. Altro pezzo vincente del lotto è inoltre "Crystalize", dotato di un refrain di sicura presa ben spalleggiato da arrangiamenti attuali e incisivi.
  
Nonostante tutte le problematiche e gli interrogativi che suscita, "Confessions" si mantiene su un livello sufficiente grazie a una manciata di canzoni azzeccate e a una produzione molto curata e assolutamente in linea col nuovo materiale. Va però sempre considerato come un album di una band completamente nuova che propone sonorità decisamente più ariose. Se sperate di trovare rimasugli del gruppo che fu rimarrete delusi: in questo caso evitate direttamente di ascoltarlo.




01. Confessions
02. It's a Shame
03. Start a War
04. Falling
05. I Like it Rough
06. Still Believe
07. Crystallize
08. Burn to Live
09. Life is Not a Map
10. Russian Roulette
11. Closure
12. Halfway Down the Road

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