N.K.R.T.
Confiteor [EP]

2018, Cold Dark Matter Records
Drone / Ritual Ambient

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 26/11/18

"Quel che viene oltraggiato è mantenuto per servire da sostegno alla trasgressione" (Pierre Klossowski, "Sade Mon Prochain")
 
Mentre molte black metal band sembrano convinte che fotografarsi nel bel mezzo di una foresta con una croce rovesciata attorno al collo sia sufficiente per rappresentare il male autentico, Frater Stephane (Mhönos, Rosa Crux, Spleen XXX), nascosto dietro il moniker N.K.R.T., sceglie il rigore della devozione cultuale al fine di scandagliare le contraddizioni del dogma cristiano. Attraverso le immagini di una via dolorosa ritratta con superiore intensità rispetto al precedente "Sanctus Maclovius" (2018), "Confiteor" evoca un'intera liturgia al medesimo istante immersiva ed enigmatica; in effetti, nulla di elegiaco o nobile traspare dalle intercapedini concettuali del disco, orientato, al contrario, a catturare gli aspetti più oscuri della supplica eucaristica. Che l'offerta solenne si celebri durante la notte dell'equinozio d'autunno, un particolare momento allegorico in cui il sole attraversa il piano equatoriale della terra, non risulta, ovviamente, soltanto una coincidenza: la forma stessa del rituale, asperso di sofferenza e sacrificio, suggerisce, infatti, una comunione mistica all'interno della quale appare difficile comprendere l'esito finale.
 
 
Lo stato del penitente e la richiesta del perdono costituiscono i due atti della preghiera responsoriale recitata nella Messa in rito romano: nella cupa trasposizione del polistrumentista di Rouen l'inno risuona di un potere sotterraneo che cresce di nota in nota, inesorabilmente. "Cantvs I", inizialmente, soffia soltanto come un'eco funebre; poi, a poco a poco, la traccia evolve, viene accompagnata da vibrazioni sottili, inquietanti, che improvvisamente ruggiscono  e scuotono le volte di una cripta umida e tremolante. Il brano si trasforma in una perversa salmodia cerimoniale: quando la reiterazione dronica dei bordoni si sposta ai confini crepitanti dell'harsh noise, sentiamo il nostro corpo mortificato dal peccato, avvertiamo il morso della frusta flagellare la carne viva, saggiamo il delirio estatico del martire per la fede. L'astrazione si combina a un buio avviluppante, simboleggiando un'intercessione di dubbia natura. In "Cantvs II" giunge il tempo della contrizione, tra cigolii di sepolcri e macerie dark ambient: per mondare l'animo corrotto dai vizi, alle parole della remissione si mescolano farneticazioni equivoche e ingiuriose che, invece di condurre il traviato alla purificazione dello spirito, lo trascinano, con manifesto e connivente piacere, nel baratro dell'abiezione e del disseccamento.
 
 
Masochismo e pratiche espiatorie: "Confiteor" ne illustra forse al meglio la spinosa correlazione e si sottrae alle trappole della semplice furia antireligiosa, preferendo indagare sulle ambiguità del fervore ascetico: "mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa".




01. Cantvs I
02. Cantvs II

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool