“Not better…Simply Different”. Questo il titolo del loro primo EP, uscito nel 2010: un modo di vedere e pensare la propria musica in un panorama italiano arido e piatto come la savana, in cui ogni raro arbusto che riesce a crescere assomiglia troppo al proprio vicino. Dopo quattro anni il quintetto ferrarese torna ad imporsi sulla scena con un nuovo album, "L.B.S (Last Broadcasting Station)" , che forse di diverso non avrà molto , ma che è la perfetta rappresentazione di quel “better” : un album migliore a livello tecnico e di songwriting, in bilico fra il rock classico e la sperimentazione, senza mai accennare a cadere.
Dieci tracce indie che saccheggiano a piene mani la musica anni ’90 di Inghilterra e America, con un pizzico di REM, Placebo, Pearl Jam e Incubus. Niente di nuovo quindi. Ma il tutto condito con una grande capacità tecnica, - quella che paradossalmente deriva più da un suonare di cuore che di testa-, da ritmiche incalzanti ad intermittenza, lunghi assoli tremanti e da una voce potente e poliedrica. Un gioco di attrazioni e repulsioni, segmenti acustici e malinconici a cui segue una rabbia quasi acida e visionaria che, non importa se quei suoni li ha già sentiti e risentiti, riesce sempre a fare presa, a stringerti quasi soffocandoti, con la morsa di distorsioni, ottime chitarre e sperimentazioni mai fini a sé stesse. Un album dal sapore internazionale che ha le proprie radici nel passato ma guarda dritto al futuro; perché, in fondo, non è questo che si richiede ai musicisti? Di conoscere il passato , imparare dai grandi e creare qualcosa di completamente nuovo e innegabile? Un pizzico in più di “different” e la ricetta sarebbe stata perfetta.