††† (Crosses)
†††

2014, Sumerian Records
Alternative Rock/Elettronica

Chino Moreno sorprende con il suo oscuro alter ego electro-rock
Recensione di Nicolò Rizzo - Pubblicata in data: 13/02/14

«Non voglio che la gente ci veda come un gruppo religioso o satanista, o come una band witch-house. Usare un simbolo religioso è un gesto difficile, ma personalmente ragiono da un punto di vista artistico e penso che, in questo senso, il simbolo possa assumere qualsiasi tipo di significato.»


In effetti, quando ho letto il nome del gruppo, qualche dubbio di natura etico-religiosa è sorto anche a me. Più che il nome Crosses, sono i simboli che lo sostituiscono (†††) a suscitare scalpore, tanto che, in un clima da Alto Medioevo, molti hanno iniziato ad additare Chino Moreno (Deftones), Shaun Lopez (Far) e Chuck Doom come stregoni e satanisti, trasformando la critica in un prevenuto tribunale dell'Inquisizione. In realtà, l'omonimo album dei ††† non è a base di occhi di gorgone, alito di rana, squame di serpente e sangue di vergine, ma è frutto di tre menti brillanti unite per creare tanta buona musica.


Nati come side-project dei Deftones, i ††† si presentano come un gruppo principalmente elettronico, con una solida base depechemodiana, arricchita da elementi trip-hop e industrial, che tuttavia non rinnega l'alternative metal che Chino Moreno e soci ci hanno fatto amare nel corso degli anni. Anticipato dal video di "Bitches Brew", "†††" è il loro primo album in studio, comprendente i brani di tre anonimi EP pubblicati in precedenza e alcune tracce inedite (vedi "The Epilogue"). Benché molti critici abbiano tentato di definirli come un gruppo witch-house, già da un primo e disattento ascolto si intuisce che i ††† non hanno niente a che fare con la stregoneria assordante dei SALEM e la loro morbosa drum-machine (se riuscite ad ascoltarli senza ritrovarvi con dei seri problemi mentali, vuol dire che quei problemi li avete già), presentandosi invece come un'elegante band elettronica capace di sfornare dei pezzi miracolosi.


L'apertura del disco è affidata a "Thick Is A Trick", un brano che, con i suoi synth cupi che si sciolgono in una ritmica violenta, anticipa la natura dell'intero album, in bilico tra delicatezza melodica e violenza elettronica. L'impressione che traspare dall'intero disco, è quella che Chino Moreno, accorgendosi di aver creato delle potenziali hit radiofoniche, abbia tentato di allontanarsi da un possibile destino di band pop applicando elementi metal all'elettronica, dimostrando che la sperimentazione è la vera essenza del loro progetto (solo per questo, meriterebbero tutta la stima di questo mondo). Prendiamo ad esempio "Thelepathy", probabilmente il pezzo più depechemodiano del disco, dove la voce di Moreno si destreggia in una melodia dannatamente orecchiabile, creando uno di quei brani talmente azzeccati da rimanere appiccicato al cervello sin da un primissimo ascolto. Ma i †††, consapevoli di aver creato un potenziale brano radiofonico, lo trasformano a modo loro, con il risultato di un suono che giunge volutamente disturbato, come un segnale dallo spazio profondo trasmesso da una radio scassata, registrato volutamente in modo pessimo rispetto al resto del disco per privare "Thelepathy" di qualsiasi banalità. E' lo stesso procedimento attuato da David Lynch nel suo ultimo "The Big Dream" o dai Nine Inch Nails (cosa sarebbe "Hurt" senza il suo ronzio di sottofondo? La versione di Johnny Cash): uscire dalla norma, insidiare l'ascoltatore con suoni disturbanti per evitare che si accoccoli troppo dentro ad una melodia, perché, se la vita non ha certezza, nemmeno la musica deve averne. O almeno questo è quello che pensano i †††.


Come già si intuiva dalla splendida "Bitches Brew" (che, con mio sommo stupore, è ben lontana dall'essere il pezzo più bello del disco), Chino Moreno e soci sfornano un album decisamente interessante, trascinandosi in una splendida sperimentazione elettronica che punta alla novità con lo sguardo rivolto al passato, abbracciando una varietà di influenze talmente amplia da toccare i Radiohead da "Kid A" in poi e il trip-hop di Massive Attack e Tricky, passando per Nine Inch Nails e Depeche Mode. Se c'è della stregoneria all'opera, è stata usata per comporre un piccolo miracolo musicale. Sorpendente.





01. Thick is a Trick
02. Thelepahty
03. Bitches Brew
04. Thholyghst
05. Trophy
06. The Epilogue
07. Bermuda Locket
08. Frontiers
09. Nineteen Ninety Four
10. Option
11. Nineteen Eighty Seven
12. Blk Stallion
13. Cross
14. Prurient
15. Death Bell

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