Cruzh
CRUZH

2016, Frontiers Music s.r.l.
Glam Rock

Ed eccoci qua, davanti all' ennesimo prodotto svedese che ispira sempre qualche deja vu; bisogna dare atto ai ragazzi però, tutti co­autori dei pezzi, che questo lavoro propone atmosfere luminose e a tratti intense, armonizzazioni che riempiono l'aria e un' intensità ben gestita all'interno della tracklist.
Recensione di Marilena Ferranti - Pubblicata in data: 25/08/16

I Cruzh nascono dalle ceneri dei glamrockers svedesi TrashQueen, in cui militavano Anton Joensson (chitarra e backing vocals) e Dennis Butabi Borg (basso). Da sempre innamorati del rock melodico, hanno deciso di unire le forze con Tony Andersson, che aveva in passato collaborato con l'album mai pubblicato dei TrashQueen. Dopo alcune misteriose release online come la debut song "In a Blink of an Eye," e "Stay", la band annuncia proprio tramite il web che i "Cruzh" stanno per fare il loro ingresso sulla scena musicale.

 

Siamo nell'autunno del 2013 e assistiamo all'uscita del primo EP autoprodotto "Hard To Get" che ottiene un buon riscontro in rete. Nella tarda primavera del 2015, proprio quando la band sta per pubblicare un nuovo EP, Frontiers Music si accorge di loro, ed eccoci qua, davanti all' ennesimo prodotto svedese che ispira sempre qualche deja vu; bisogna dare atto ai ragazzi però, tutti co-autori dei pezzi, che questo lavoro propone atmosfere luminose e a tratti intense, armonizzazioni che riempiono l'aria e un'intensità ben gestita all'interno della tracklist. Certo non è difficile cogliere qua e là le spiccate influenze che li accompagnano - vi sfido a non riconoscere echi di Def Leppard, FM, Bon Jovi e Danger Danger, ma l'album è intriso di suoni chiari e da un'energia degna di un Gatorade.Si fa notare in particolare "Aim from the head", che è una vera e propria celebrazione dell'effetto reverse su tutti gli strumenti, e per fare un bilancio, il pezzo più significativo dell'album. Piacevole anche se non particolarmente originale la zuccherosa ballad "Anything for you" in cui spiccano voce e piano (suonato da Erik Wiss, anche produttore dell'album) - con un intro alla "I believe I can fly" di R. Kelly - e il singolo corredato di videoclip in cima alla scogliera "First Cruzh" che inizia con un reverse sui piatti che mi ha nostalgicamente catapultata indietro nel tempo. Molto interessante "Survive", dove le atmosfere si fanno più calde (certo che a questi ragazzi l'effetto reverse piace davvero tanto) e il ritornello che riesce ad evocare un bel live con la partecipazione entusiastica del pubblico; "Stay" fa tanto colonna sonora di un telefilm anni '90, mentre "Hard to get" è la celebrazione dello stile Ted Poley, con positività in forte ascesa e un ritornello così orecchiabile da costringerti a canticchiarlo già dal primo ascolto come accade in "Set me free". Peccato per il finale con "Straight from my heart", che mi ha costretta ad andare a controllare l'età anagrafica dei componenti della band (per la cronaca no, non hanno più 13 anni da un pezzo) ed eventuali parentele con qualche boy band anni 90. Insomma nel complesso un album piacevole, fresco e positivo, anche se non particolarmente carismatico e originale.





01. In N' Out Of Love
02. First Cruzh
03. Aim For The Head
04. Anything For You
05. Survive
06. Stay
07. Hard To Get
08. You
09. Set Me Free
10. Before I Walk Alone
11. Straight From My Heart

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