Daemonia
Zombi/Dawn Of The Dead

2013, Black Widow
Prog Rock

Recensione di Stefano Torretta - Pubblicata in data: 04/06/13

Da amante del cinema di Dario Argento (naturalmente parlo di quel gruppo di indimenticabili film girati a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80), ammetto che una buona fetta di successo delle sue opere era dovuta anche alla colonna sonora, che rendeva possibile un perfetto connubio tra immagini (la maggior parte delle volte estremamente efferate) e commento sonoro. Gli artefici della maggior parte di tali colonne sonore erano i Goblin (nella formazione classica: Massimo Morante, Claudio Simonetti, Fabio Pignatelli e Agostino Marangolo). Oltre che per Argento, i Goblin offrirono la loro vena creativa anche per il commento sonoro di film di altri registri, tra i quali spicca George Romero, nello specifico per i suoi due film “Dawn Of The Dead” (in italiano “Zombi”) e “Martin” (in italiano “Wampyr”). Passano gli anni, e Claudio Simonetti si allontana dai Goblin per seguire altre strade musicali. Arriviamo infine nel 1999 e Simonetti decide di fondare i Daemonia, che daranno immediatamente alle stampe l’anno seguente il loro primo album, dal titolo “Dario Argento Tribute” (e già con questa prima uscita si capisce alquanto chiaramente dove la band vuole andare a parare).

Questo “Zombi/Dawn Of The Dead” è figlio diretto del quasi omonimo album del 1978 targato Goblin. Riprende nella quasi totalità le tracce storiche (manca solo “Ai Margini Della Follia”, già allora un piccolo riempitivo di 1’ e 29”), aggiungendo la traccia “Zombi Sexy” (allora bonus track). A chiudere l’album, tre tracce bonus: “Roller” (proveniente dall’omonimo album del 1976 dei Goblin), “Toccata E Fuga” (una rielaborazione ad opera di Simonetti del brano di Johann Sebastian Bach) e “Il Cartaio” (dall’omonimo album del 2003 a firma di Simonetti). I Daemonia ripropongono, ancora una volta, brani ormai divenuti classici della discografia dei Goblin. L’operazione, in tutta onestà, comincia a sembrare più un modo veloce per fare soldi sfruttando il successo ottenuto 30/40 anni fa, piuttosto che il voler scrivere nuove pagine di musica attraverso composizioni inedite.

Fortunatamente i brani sono stati tutti arrangiati e suonati ex novo e quindi non ci troviamo di fronte ad una pura carta carbone ma ad un’opera che, seppur non brilli per originalità, possiede una sua personalità. La traccia che più ha giovato di questo trattamento è sicuramente “At The Safari”: i tamburi tribali dell’originale qui si trasformano in un quasi assolo di batteria che mette in luce tutte le doti di Titta Tani (ex DGM) alle percussioni. Le restanti tracce, oggi come allora, mostrano gli stessi pregi e difetti: “L’alba Dei Morti Viventi” con il suo incedere lento, appesantito dall’egregio lavoro della sezione ritmica, riesce a trasmettere perfettamente l’immagine di un’orda di zombi che si trascinano stancamente; “Zombi” si alterna tra percussioni alla Santana e momenti di puro funk; “Torte In Faccia” continua a risultare un momento di disturbo anche a 35 anni di distanza; “Zaratozom” è una commistione di chitarre rock con sintetizzatore dal sound tipicamente anni ’70; “Tirassegno”, “Oblio”, “Risveglio” e “Zombi Sexy” sono brani atmosferici che assolvono al loro compito di commento sonoro.

Alla fine, è con le tre tracce bonus che si hanno le vere sorprese: “Roller” riesce a dare un ottimo quadro della bravura dei Goblin/Daemonia alle prese con un brano di minutaggio maggiore e con una struttura più complessa; “Toccata E Fuga” si apre su virtuosismi di Simonetti alle tastiere ma si trasforma velocemente, prima di diventare un momento di autoincensamento di tecnica, in un brano molto più pesante grazie all’innesto della chitarra e della batteria in un’ottica hard rock; “Il Cartaio” presenta un accattivante giro di basso, che viene ripreso anche dalle tastiere, che riesce a rendere interessante un brano che comunque staziona nel solito ambito di commento musicale ad un film.

I Daemonia si confermano ancora una volta una formazione dalle grandi potenzialità, ottimi strumentisti (e i brani suonati ex novo in questo album ne sono la prova tangibile) che si possono avvalere dell’esperienza e della bravura di Simonetti, ma fintanto che resteranno nell’ombra dei Goblin rischieranno sempre di essere considerati né più né meno che una loro cover band (seppur di lusso).



01. L’alba Dei Morti Viventi
02. Zombi
03. At The Safari
04. Torte In Faccia
05. Zaratozom
06. La Caccia
07. Tirassegno
08. Oblio
09. Risveglio
10. Zombi Sexy
11. Supermarket
12. Roller
13. Toccata E Fuga
14. Il Cartaio

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