Deadthrone
Premonitions

2019, Arising Empire
Melodic Metalcore

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 23/08/19

Riesce difficile galvanizzarsi per un disco d'esordio come "Premonitions" e non tanto perché soffra di una produzione dozzinale o di un songwriting poco maturo: anzi, oramai tali aspetti tecnici rappresentano, nella confezione degli album moderni, problemi quasi completamente inesistenti. Eppure, i Deadthrone, giovane quartetto di Manchester, si accodano alla lunga lista di band dell'universo metalcore, in questo caso declinato nella sua versione melodica, che nulla aggiungono al genere in termini di inventiva e freschezza. Se la parte musicale non appare così brillante, il cotè lirico sorprende, bisogna ammetterlo, in positivo: i testi rifuggono dalle abituali nenie post adolescenziali, mentre, al contrario, spuntano riflessioni adulte, prese di posizione politiche, messaggi costruttivi. Ciò non basta a riscattare la cifra di un LP che, benché non cada nella totale mediocrità, risulta realmente troppo uniforme e derivativo.
  
Peccato davvero, anche considerando le evidenti potenzialità degli interpreti in campo, che, soprattutto nei frangenti in cui pigiano il pedale del gas, appaiono capaci di vergare pezzi di discreta qualità: è il caso di "Revival", uno dei pochi momenti ove l'alternanza tra clean e harsh vocal raggiunge un buon equilibrio, riuscendo a confluire in un brano irruente e gradevole. Sulla medesima linea di galleggiamento si situano "Wide Awake" e "Heart In Our Hands", progettate sì senza grosse sorprese, ma fucine di interessanti abbozzi sperimentali, ravvisabili in delicati breakdown dalla tinta quasi psichedelica. Il resto caracolla tra brandelli emo e ruffianerie pop, con l'elettronica di plastica di "Respite" e le smancerie à la Bring Me The Horizon di "Believe" e "Soothsayer" a reggere le fila di un lotto pronto a precipitare tosto nelle fauci della rapida obsolescenza.

 

Osservando soltanto l'artwork, "Premonitions" sembrava minacciare fuoco e fiamme: invece, nonostante il sontuoso incarto, i Deadthrone non vanno oltre la soglia del bigino, lasciando amareggiati più che delusi. Da rivedere.





01. Feel
02. Runaway
03. Revival
04. Time Won't Wait
05. Wide Awake
06. Believe
07. Hearts In Our Hands
08. Stand Your Ground
09. Respite
10. Soothsayer
11. Beacons
12. Seven Years

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