grandson
Death Of An Optimist

2020, Fueled By Ramen
Alternative Rock, Hip Hop

Recensione di Mattia Schiavone - Pubblicata in data: 07/12/20

La gavetta, l'esplosione nel 2017 con "Blood // Water", una lunga serie di EP e singoli più che convincenti: dopo anni di aspettative e buoni risultati, questo 2020 porta con sé anche l'esordio sulla lunga distanza di Jordan Benjamin, conosciuto con lo pseudonimo grandson. Considerate anche le numerose collaborazioni, attraverso una prima parte di carriera densa e impegnativa, il cantante e attivista è riuscito a modellare uno stile musicale personale e coinvolgente, in cui l'hip hop delle origini viene inondato dall'elettronica da una parte, e intriso dalla rabbia e dalla potenza del rock dall'altra. Questa concezione musicale, unita ai temi sociali e politici, culminano nella pubblicazione di "Death Of An Optimist", album con cui grandson si conferma tra le novità più interessanti del panorama internazionale.

 

Come anticipato, Benjamin, sempre affiancato dal fidato produttore e chitarrista Kevin "Boonn" Hissink, consolida in queste 12 tracce il proprio stile particolare, frutto della fusione di elementi molto distanti tra loro, ma sempre adeguati al contesto. I brani, semplici e immediati dal punto di vista della struttura, si lasciano ascoltare e ricordare facilmente, grazie a ritornelli orecchiabili e arrangiamenti coinvolgenti. Pur ricalcando una formula simile per tutta la durata dell'album, il cantante riesce a inserire una giusta dose di variabilità tra i pezzi, che rende l'ascolto interessante. Arpeggi, riff distorti e beat pesanti si susseguono senza sosta, dando vita a brani in cui grandson esprime, dal punto di vista tematico, la sensazione di smarrimento che molti di noi stanno vivendo ancora nel 2020. Se infatti le tracce sono state scritte per la maggior parte prima della pandemia, riescono comunque ad adattarsi alla quotidianità che stiamo vivendo, alternando esplosioni di vitalità e intraprendenza, a momenti scoraggianti, in cui le sensazioni negative prevalgono.

 

Il concept di "Death Of An Optimist" nasce dal rapporto tra il cantante (G) e il suo alter ego (X), fautore di tutti i conflitti interiori, che vengono proiettati in un mondo colmo di incertezze. Il bene e il male, il buono e il cattivo si rincorrono continuamente, generdando brani colmi di atmosfere contrastanti. Dopo la solenne title track, che fa da intro all'intero lavoro, la prima parte dell'album viene vista sotto la lente di ingrandimento di G: i ritmi quasi spensierati di "Left Behind" e "In Over My Head", con parti di chitarra estremamente coinvolgenti, testimoniano la voglia e la necessità di non soccombere, mentre il singolo "Identity", che alterna strofe rap, un ritornello orecchiabile e parti più pesanti nel finale, inizia a illustrare, in un'atmosfera più dark, il conflitto interiore del cantante, in lotta per non lasciarsi sopraffare dalla sua parte negativa. Tra rap, linee vocali melodiche ed esplosioni di rabbia, grandson riesce a trasmettere perfettamente le sensazioni che danno vita ai pezzi, dando prova di una grande capacità espressiva.

 

Quello che forse differenzia maggiormente questo album rispetto alle pubblicazioni precedenti sta in una presa di coscienza: se infatti i primi lavori erano autentiche chiamate alle armi e inni di protesta, che spesso si riflettevano in componenti musicali molto più aggressive, questo aspetto viene ora bilanciato da un'ulteriore analisi interiore, che va di pari passo con i temi sociali e politici. Se da una parte abbiamo pezzi come "We Did It" e "Dirty", che riflettono sulla necessità che ognuno faccia la sua parte per migliorare le cose, o la splendida "WWIII", in cui grandson personifica un ragazzo costretto a partire per la guerra, dimostrando anche eccellenti capacità di storytelling, dall'altra prendono il sopravvento temi personali e rivolti anche alla salute mentale. Da questo punto di vista si lasciano notare la splendida ed emotiva "The Ballad Of G and X", ennesimo confronto tra le due personalità di Benjamin, "Pain Shopping", che affronta il delicato tema della dipendenza, e la più aggressiva "Riptide", scritta e prodotta insieme a Mike Shinoda.

 

Siamo solo al primo album in studio, ma grandson dimostra già maturità e consapevolezza dei propri mezzi, utilizzando una formula efficace e capace di arrivare a molti, sviscerando allo stesso tempo temi delicati e impegnati. Oltre a questi pregi, "Death Of An Optimist" si avvale anche di produzione e suoni studiati alla perfezione per inquadrare ed esaltare le sensazioni risvegliati dai singoli brani. Difficile prevedere cosa accadrà in futuro, anche considerando il periodo di incertezza nel quale ci troviamo, ma considerata la mole e la qualità di materiale prodotto in questi anni, preparatevi: questo per grandson è solo l'inizio.





01. Death Of An Optimist // Intro
02. In Over My Head
03. Identity
04. Left Behind
05. Dirty
06. The Ballad Of G And X // Interlude
07. We Did It!!!
08. WWIII
09. Riptide
10. Pain Shopping
11. Drop Dead
12. Welcome To Paradise // Outro

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