Death Angel
The Dream Calls for Blood

2013, Nuclear Blast
Thrash

Recensione di Marco Ferrari - Pubblicata in data: 30/10/13

Quando si parla di Death Angel troppo spesso si rimane a livello superficiale considerandoli “semplicemente” una band che, nell’epoca d’oro del thrash, è riuscita a sfornare ottimi lavori. In realtà la band californiana è molto di più: se negli anni ottanta la tendenza era quella di suoni sempre più aggressivi e taglienti il combo si San Francisco si staccò dalla massa con decisione proponendo un thrash tecnico e imprevedibile.
  
Il ritorno della band sulle scene mondiali avvenuto nel 2001 ha ridato agli amanti del genere una corazzata fatta di follia, divertimento e aggressività che ha avuto senza dubbio il merito di invecchiare meglio di molti altri. Da sempre molto avari per quanto riguarda le nuove uscite (anche questa una caratteristica molto particolare) “The Dream Calls for Blood” rappresenta la settima uscita in 21 anni (se consideriamo solo il periodo di attività) per una band che, dopo tre anni passati ad infuocare i palchi di tutto il mondo, torna in studio con una line up confermata e consolidata.
 
Se “Relentless Retribution” aveva rappresentato il lato forse più sperimentale dei Death Angel il nuovo nato mette da parte tutti i fronzoli e le idee innovative per andare a puntare dritto all’obiettivo, sempre dichiarato dalla band, di dare vita ad un album molto più heavy e aggressivo e bisogna dire che il risultato è stato sicuramente raggiunto. Come sempre il disco risulta ben strutturato e non presenta pause significative mantenendo costantemente un livello di bombardamento sonoro di spessore elevato. Tra i brani che colpiscono maggiormente non si può non citare l’opener “Left for Dead”, “Fallen” e la sontuosa title track che ben rappresenta l’intero lavoro: riff duri e diretti, ottimi cori e un ritornello melodico e moderno quanto basta. Da segnalare anche il gran finale rappresentato dall’accoppiata “Territorial Instinct / Bloodlust”. Il disco è strutturato per suonare alla grande dal vivo con pezzi che di sicuro sapranno coinvolgere il pubblico sia nei ritornelli che nel desiderio di fare headbanging (anche se questo obiettivo è raggiunto pagando qualche tributo al suono degli Exodus e degli Anthrax) quasi a volersi porre all’opposto di “Relentless Retribution” le cui sperimentazioni e iper tecnicismi finivano per essere meno efficaci dal vivo rispetto ai brani storici della band. Se, come di consueto, la tecnica esecutiva è di primo ordine non mi sento di dire lo stesso della produzione che penalizza fosse eccessivamente la fluidità dei brani che in certi passaggi risultano un po’ claustrofobici. 
 
“The Dream Calls for Blood” si configura così come uno dei lavori più aggressivi e diretti dei Death Angel: un disco che di certo farà la felicità dei fan storici della band e di quanti amano un thrash metal diretto e tirato. Forse manca un po’ di imprevedibilità e follia, caratteristiche che da sempre hanno reso grande la band californiana, ma quando si parla di Death Angel le aspettative sono sempre elevatissime.




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