Tale visione è offuscata dalla nube dell'apparenza, distorta, forse, dalla voglia di arrivare dove ancora non è concesso. In un contesto troppo vario ed esplicito, il quartetto californiano rischia di smarrire la rotta: come se l'imponente entità ottenuta tramite un attento lavoro di studio e di orecchio fosse a un passo dalla dispersione e conseguente disapprezzamento. La velocità delle linee di basso cozza contro la frastagliata mole elettrica che abbraccia, brano dopo brano, generi distanti, in una sorta di tetra miscela dalla difficile comprensione.
Pare quindi che "Positive Euth" voglia lanciare un messaggio di sfida, di imprudente presunzione. La riflessione illumina l'oscurità generale attraverso l'ultima canzone "Re-Animation", che risveglia dallo stato di angoscia e smarrimento volutamente creato. Tanti spunti per i Death Valley High, troppe idee su cui, durante il tour americano, lavorare e sentenziare finalmente un sound preciso e pulito, nella sua roboante e sublime impurità.