Deathstars
The Perfect Cult

2014, Nuclear Blast
Industrial Metal

Recensione di Alessio Sagheddu - Pubblicata in data: 25/07/14

Avevamo perso di vista il "fantastico e patinato mondo dei Deathstars". In effetti, negli ultimi anni, proprio dopo la pubblicazione di "Night Electric Night", degli svedesi, si erano perse un po' le tracce. Sì, proprio perse, perchè quel rantolare nel buio corrispondente ad una riedizione dell'album citato sopra, un greatest hits inopportuno ed un brano poco azzeccato lanciato nell'oblio del nulla ("Metal"), contano forse qualcosa tra le mani di mamma Nuclear Blast, ma le azioni commerciali sono come le bugie, hanno vita breve.


E' trascorso qualche anno dall'ultima release e nonostante qualche perdita in line up, i Nostri son qui a presentare questo nuovo "The Perfect Cult", quarto lavoro di un cammino che non ha mai convinto del tutto, ma che in fin dei conti è riuscito a raccogliere consensi e ad accappararsi la sua buona fetta di pubblico; insomma, lo stesso consenso che li ha portati ad accompagnare in tour i Rammstein qualche anno fa, un riconoscimento pari al test del Dna per gli svedesi. Come già detto, cinque anni son passati, se ne deduce quindi che le aspettative nei confronti di quest'album son piuttosto alte ed infatti il secondo brano pubblicato, "Explode", fa bene il suo lavoro, conscio di essere il singolone di lancio. Tornando a noi, rimane invariato il prototipo della classica canzone a cui la band ci ha abituato: la chitarra di Nightmare Industries, pur non avendo mai brillato per chissà quale originalità, riesce per lo meno a rinfrescare la memoria a chi, forse, i Deathstars li aveva accantonati in un angolo. Stesso discorso anche per le keyboards fatalmente legate ad un destino patinato e "fatato", fin dal primo album. Prendiamo, per esempio, la perfomance musicale del bassista Skinny -impegnato fin dagli esordi anche come backing vocalist- ogni scusa è buona per annidarsi silenzioso nei ritornelli, quel serpeggiare che, tra l'altro, sfrutta meno con il basso. E se il bassista insegue, qualcuno traina, no? Stiamo parlando ovviamente del vocalist Whiplasher, che porta avanti un discorso vocale rimasto privo di cambiamenti fin dai primi passi (L'ottava sopra? quale mistero. L'ottava sotto? Una carneficina!).


Entra in ballo anche il fattore dinamismo: non abbiamo nessun cambio di tempo, nessuna sterzata interessante o anche un solo passaggio più rapido, solo qualcosa che tende però a diminuirla questa velocità ("Bodies"). Neanche il songwritting, sempre gelido e abbastanza frettoloso lascia intendere di essere davanti ad una band che ha fatto aspettare cinque anni per presentare esattamente quello che già si conosceva; perchè "The Perfect Cult" è questo, una soluzione facile che, sì, si fa ascoltare, ma resta sempre ferma lì, ad un motivetto sempliciotto che si accontenta delle sue tastiere (l'unica parte strumentale a cui i Nostri sembra abbiano prestato un po' d'attenzione) ma non contiene nient'altro; l'importanza quindi di apparire ben truccati nelle foto promozionali, per i Deathstars, è inversamente proporzionale al vuoto che rappresenta la loro musica, una volta che la sì va ad ascoltare.




1. Explode
2. Fire Galore
3. All The Devil's Toys
4. Ghost Reviver
5. The Perfect Cult
6. Asphalt Wings
7. Bodies
8. Temple Of The Insects
9. Track, Crush & Prevail
10. Noise Cuts

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