Deep Purple
Live In Rome 2013

2019, earMusic
Hard Rock

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 10/12/19

Che i Deep Purple siano considerati la band on stage per eccellenza risulta ampiamente documentato dagli incalcolabili live album usciti nell'ultimo cinquantennio. Specialmente con l'attuale Mark VIII, la più longeva delle line-up alternatesi nelle fila del combo britannico, i dischi dal vivo hanno subito una notevole impennata quantitativa, complice anche il sodalizio con earMusic, interessata alla pubblicazioni di concerti dei nostri mai editati. Tra queste presunte rarità rientra il "Live in Rome 2013", registrato durante una delle tappe del tour di "Now What?!".

La scaletta, piccola sorpresa, non devia molto da quella che ritroviamo su "From The Settin Sun ... (In Wacken)" e in "... To The Rising Sun (In Tokyo)", entrambi rilasciati nel 2015. L'Ippodromo delle Capannelle risuona dei classici intramontabili dei padrini dell'hard rock: brani leggendari quali "Fireball", "Into The Fire", "Strange Kind Of Woman", "Space Truckin'", "Smoke On The Water", vengono interpretati con la consueta maestria, grazie soprattutto alla tenace sezione ritmica della coppia Paice/Glover e alla voce di Ian Gillan, ancora decorosa nonostante i fatali limiti fisiologici. Da sottolineare, poi, la prestazione estremamente convincente del chitarrista Steve Morse, capace, col tempo, di fare proprio lo sterminato catalogo del gruppo, e una versione southern di "Lazy" spensierata e divertente.

Da "Live In Rome 2013" non emerge nulla di veramente nuovo che il fan sfegatato dei Deep Purple non conosca come le sue tasche, ma ciò appare probabilmente irrilevante quando si tratta di oggetti da raccogliere e curare con affetto. Grazie, comunque, di esistere.




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