Il lotto di "Deliverance" si palesa fin da subito corposo, con quattordici brani per niente scarni: a dodici mesi dal capitolo precedente, ci si poteva attendere un lavoro più slim, ma evidentemente il quintetto intende dimostrare al pubblico, alla critica e forse anche a se stesso di avere le capacità per release di un certo calibro. L'opera in questione presenta degli ottimi spunti di partenza: la matrice power (di helloweeniana memoria) trova un buon appiglio in "Knights Of Sky", nella tagliente e aggressiva "Pain and Pleasure" e nella title track "Deliverance". La più atmosferica "Temple Of The Cryonics" dona al disco un piccolo stacco, una leggera varietà senza però alterare la classica firma degli scandinavi; a ciò si aggiunge la ballad "Loneliest Man In Space", malinconica al punto giusto, che regala profondità sonora e stilistica. La prima parte del CD è dunque interessante e oltretutto si viaggia su ottimi ritmi di ascolto. La sezione successiva, pur restando tecnicamente perfetta, a tratti risulta essere troppo figlia diretta della prima; certo, l'album resta godibile e in grado di intrattenere amabilmente, ma non vi sono colpi di teatro e il sentiero battuto appare ordinario e prevedibile.
Siamo comunque innanzi a un platter fruibile e divertente, benché il concentrarsi più sulla varietà che non sulla quantità avrebbe permesso ai Cryonic Temple di esprimersi su maggiori livelli qualitativi. Se lo scorso opus era da non sottovalutare, stavolta forse è il caso di non chiedere miracoli al suo erede, ma è da apprezzare che il gruppo si sia rimboccato le maniche dando alla luce un LP piacevole e curato.