Carbon Based Lifeforms
Derelicts

2017, Blood Music
Ambient

I Carbon Based Lifeforms tornano dopo cinque anni con un'evocativa esplorazione dell'uomo e del mondo in cui vive.
Recensione di Mattia Schiavone - Pubblicata in data: 07/10/17

Diciamoci la verità, di questi tempi sopravvivere nel mondo della musica per oltre vent'anni è un traguardo arduo che non moltissime band possono vantare. La prova del tempo è sempre la più dura da superare e questo discorso viene amplificato se gli artisti in questione suonano un genere tutt'altro che orecchiabile o di successo. Tra i musicisti che da tempo sono riusciti a ritagliarsi uno spazio nel panorama della musica ambient e downtempo non possono che figurare i Carbon Based Lifeforms. Il duo svedese si è infatti formato nel 1996, quando Johannes Hedberg e Daniel Segerstad avevano solo 15 anni e da allora ha continuato a pubblicare dischi dalla spiccata componente evocativa. Dopo cinque anni di pausa dal precedente album in studio, i due si riaffacciano sul mondo musicale con l'ennesimo lavoro di qualità: "Derelicts".

 

Il disco, come anche i precedenti, poggia le sue basi su atmosfere rarefatte e sfrutta suoni estrapolati da diversi contesti per parlare dell'uomo e della ricerca di se stessi all'interno del mondo in cui viviamo. "Derelicts" si propone infatti come una magnifica colonna sonora del mondo terrestre ed extraterrestre: i suoni sviluppati evocano diversi visioni e far partire l'album equivale ad immergersi in una realtà totalmente parallela, in cui i sensi si acuiscono e le sensazioni risvegliate dalla musica sono molteplici e comprendono tutto lo spettro delle emozioni umane. In mano ai due, ogni oggetto può diventare uno strumento in grado di comunicare qualcosa: oltre alla fidata Roland TB-303, da sempre imprescindibile per il duo durante le fasi di composizione, i suoni che compongono i brani sono stati ottenuti registrando e campionando rumori prodotti da elettrodomestici e giocattoli. Sembra quasi incredibile ascoltando il lavoro in tutta la sua naturalezza e omogeneità, ma i Carbon Based Lifeforms sono in grado di modellare ogni sfumatura sonora, adeguandola al contesto e raggiungendo in ogni brano ottimi risultati. "Derelicts" è infatti un album da ascoltare tutto d'un fiato per assaporarne al meglio il contenuto. Nonostante a livello di suoni e genere proposto sia molto omogeneo, sono comunque diverse le sensazioni che scaturiscono dal viaggio. Partendo dall'eterea "Accede", che si trasforma quasi in una cavalcata in crescendo, sono diversi gli episodi in cui le basi vengono ridotte ai minimi termini e a fare da padrona è solo la quasi inconsistente eppure eccellente atmosfera onirica, come nel caso di "Clouds". L'album tocca anche vette più dark, in particolar modo nella perla "Equilibrium", grazie all'ipnotico e sinuoso beat che si fa strada nella seconda parte del brano. Ma non c'è solo oscurità in "Derelicts": a fare vedere la luce sono brani che evocano e descrivono alla perfezione fenomeni naturali mozzafiato come l'arcobaleno ("~42°") e la colorazione del cielo ("Rayleigh Scatterers").

 

Non avrebbe senso descrivere ulteriormente in modo freddo una serie di tracce così forti e piene di significato, pur essendo quasi interamente strumentali. "Derelicts" è un lavoro attraverso il quale i Carbon Based Lifeforms si pongono nuovamente tra i grandissimi dell'ambient contemporanea. Un album da ascoltare attentamente e senza alcuna distrazione, in modo da non perdere neanche il minimo dettaglio. Ancora una volta la lunga attesa è stata ripagata.





01. Accede
02. Derelicts
03. Clouds
04. Nattväsen
05. Equilibrium
06. Path of Least Resistance
07. 780 Days
08. ~42°
09. Rayleigh Scatterers
10. Dodecahedron
11. Loss Aversion
12. Everwave

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