Archiviata la parentesi Disturbed, David Draiman partorisce assieme a Geno Lenardo, chitarrista dei Filter, il progetto Device pubblicando un album omonimo di matrice dichiaratamente industriale, tanto cara alla fanbase della band d'origine. Quaranta minuti di musica e tante (troppe?) collaborazioni eccellenti.
Il trittico d'apertura rende sin da subito evidente le pesanti atmosfere musicali che ci attendono per tutto l'ascolto del disco. “You Think You Know” è uno degli episodi più violenti tra quelli presentati, la successiva “Penance”, palesemente ispirata da quanto fatto in passato dal Reverendo Marilyn Manson aggiunge un po' di beat elettronici alla precedente, riuscendo a risultare contemporaneamente un ottimo inno metal pesante unito a ritmi e sonorità decisamente catchy. Segue il lead single “Vilify”, sicuramente il primo episodio che prende seriamente le distanze dal progetto Disturbed con sintetizzatori e venature elettroniche che segnano un certo cambio di rotta nella musica tipica targata Draiman.
“Close My Eyes Forever” è la prima delle cinque collaborazioni presentate all'interno dell'album. Assieme a Lzzy Hale degli Halestorm, i Device re-interpretano il grande classico di Ozzy Osbourne e Lita Ford, confezionando un brano che non si discosta molto dalla versione originale, escluse le sonorità futuristiche. Il pezzo in questione è uno dei migliori del'intero platter e sicuramente il featuring più azzeccato, grazie alla splendida coesione delle due voci protagoniste. Lo stesso non si può dire di “Out of Line”, in cui primeggiano Terry Butler dei Sabbath e Serj Tankian dei System of a Down, il cui contributo, però, rimane limitato ai chorus.
Tra alti e bassi, si procede spediti verso la fine. Si rimane piacevolmente colpiti da “Opinion”, massiccia track di rock industriale in cui la chitarra di Tom Morello riesce a dare una certa varietà al tutto, diventando protagonista nel bridge strumentale. “Haze” prova a cambiare rotta introducendo dei beat elettro-dark, a tratti anche ballabili, mentre la conclusiva “Through it All”, assieme a Glenn Hughes dei Deep Purple, è né più né meno di una discreta power ballad rock.
Insomma, questo dei Device è un progetto decisamente solido ed interessante, forse minato dalle troppe ridondanti collaborazioni, una guest list eccellente forse sbandierata più per trainare le vendite dell'album che per vere esigenze artistiche. Quel che è certo, comunque, è che ne esce un disco sicuramente piacevole, con pochi picchi veramente elevati, tanti episodi dignitosi e nessuno, fortunatamente, veramente trascurabile.
Device
Device
2013, Warner Bros. Records
Alternative Metal