Dioramic
Supra

2014, Pelagic Records
Prog Metal

Recensione di Lorenzo Zingaretti - Pubblicata in data: 23/09/14

Appena ho letto il titolo del disco, “Supra”, ho subito pensato alla bellissima ma alquanto ingestibile automobile Toyota, protagonista di infinite sfide a Gran Turismo sulla mia vetusta Playstation di prima generazione. Quella macchina mi è rimasta sempre un po' antipatica, per la caratteristica di avere la trazione posteriore e rendere leggermente difficili, per usare un eufemismo, certi tornanti presenti nel gioco. Questo suo omonimo, ovverosia il terzo album del quartetto tedesco Dioramic (sotto contratto con la Pelagic di Staps, e chi se no?), è un disco che richiede un certo numero di ascolti per essere capito e apprezzato a fondo...proprio come la Toyota Supra richiedeva pomeriggi interi di pratica per poter essere guidata come meritava.

Ma accantoniamo i paralleli videoludici e concentriamoci sul lavoro dei prog-metallers Dioramic, iniziando subito con una domanda chiave: vi piacciono i Between The Buried And Me? Sì, perché per farla davvero breve, “Supra” è un disco che potrebbe essere stato scritto dal quintetto del North Carolina, una volta ridotte all'osso le ritmiche math-prog ed eliminate del tutto le lunghe digressioni soliste della chitarra. Restano infatti le monumentali progressioni di accordi e gli intrecci arpeggiati di chitarra e basso a far da sfondo alla voce di Arkadi Zaslavski, che in larghissima parte si affida al pulito e che soprattutto ricorda molto da vicino il timbro clean di Tommy Rogers dei già citati BTBAM. Ovviamente non manca l'elemento post-, diremmo quasi necessario per entrare a far parte del roster Pelagic: questo rimane però funzionale ai pezzi dell'album, senza diventare mai preponderante rispetto al resto. Il risultato è una piacevole fusione tra le due scuole, quella moderna progressive americana e quella sludge europea.

Passando ai singoli pezzi, ci si accorge subito di come “Supra” abbia la caratteristica di essere parecchio omogeneo durante tutta la sua durata. Il brano emblematico è senza dubbio quello posto in chiusura, “Vortex Reflex”, che parte con un grosso riff post-metal per poi fermarsi a riflettere sui binari puliti a cui si accennava poco sopra. “Carpets on the Wall” ha un'introduzione che si riavvicina al progressive, mentre la successiva “The calm before” non avrebbe sfigurato nella seconda parte di “Precambrian” dei The Ocean, grazie ad un arpeggio che si alterna a passaggi decisamente più pesanti. Ma il brano che più cattura l'attenzione fin da subito è senza ombra di dubbio “Worth”, strategicamente piazzato a metà della tracklist: dopo un avvio in stile post-hardcore sembra quasi di sentire i Muse (sia per la voce che per l'intenzione strumentale) alle prese con il loro materiale più duro, in particolare nel ritornello e nel break seguente, dove lo spirito guida di Matthew Bellamy accompagna passo dopo passo i vocalizzi di Zaslavski.

Come avrete ormai capito, c'è pane per i denti di ogni appassionato di musica che si rispetti. Un bel mix di generi diversi, un viaggio che abbraccia numerose sfumature di metal e rock grazie al filo conduttore dell'atmosfera, il vero obiettivo dei Dioramic. Superato lo shock iniziale per il paragone coi BTBAM (non scherzo, a volte sembra davvero di star ascoltando Rogers e compagni!), “Supra” sprigiona tutta la sua forza e diventa un ascolto davvero interessante e consigliato a chi ha voglia di mettersi alla prova e non accontentarsi della solita minestra riscaldata. Perché fermarsi ad una Punto quando si può avere la Supra?




01.Xibalba

02.Carpets on the Wall

03.The Calm Before

04.The storm

05.Worth

06.Big Pump

07.Melancholia

08.Logbook

09.Vortex Reflex

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