Delirio sonico e inquietudine. Uno scenario oscuro ma paurosamente familiare. Sono le fauci del mostro viste dall’interno, il palato del Rock che rumoreggia e ingabbia. Lo stile lento e solenne del veleno, inesorabile. Ricerca insaziabile di un lamento che non si esaurisce. Discesa nel purgatorio esistenziale della preghiera che non appaga. Melodica sparizione, lemme ferita che osserva il proprio rimarginarsi.
Se non fossero troppo impegnati ad inseguire, raggiungere, superare, deformare, sfibrare e ricomporre la propria ossessione sonora, Brian Case, Damon Carruesco, Jonathan van Herik e Noah Leger descriverebbero la loro coesione come “The negative space where Art Rock and Post Punk collapse onto each other”.
Negatività che è il sunto della pietra che rotola lentamente e travolge la materia inutile: “Irreal”, quinto LP dei Disappears dal 2008, è uscito a metà gennaio per Kranky Records. La formazione di Chicago si sente a casa solo quando è in tour. In Germania.