Si scrive DMA'S, si legge dee-em-ayes, si realizza in Johnny Took, Matt Mason e Tommy O'Dell: il sogno di Newtown (UK, provate trovarlo sulla mappa geografica e capirete come questa cittadina funga da importante crocevia di stili e tendenze) è Shoegaze, Psichedelia e Punk Rock: un nuovo gruppo Garage, un nuovo disco che dissemina riferimenti come tranelli.
Celati in Hills End - che emula i paladini del Brit Pop, li fa arrabbiare e li porta ad un linguaggio musicale e mentale superiore - si propagano inni e sotterfugi, invasioni aliene non dalle galassie ma dal sottobosco che calpestiamo involontariamente. Strumentazione basica pressurizzata in sapienti filtri - chitarre e voci vanno a braccetto in un immaginario viaggio alla scoperta delle piccole rivincite della vita - consente ai DMA'S di ripercorrere la storia del suono degli ultimi vent'anni con l'ingenuità di chi è emergente, con l'esperienza di chi sa quando osare. Stiamo parlando di una formazione anagraficamente non proprio teenager ma che dietro un velo di giustificazione si diverte ed esagera. Come in "Too Soon", che inizia docile ed esplode cattiva, l'essenza di un disco fresco e coerente: primaverile.
Impossibile poi non riferirsi a Blur (arrangiamenti sottili ed ironici), Oasis (Liam ha fatto scuola) e Beatles (non si scomodano gli dèi ma l'occasione va a favore di buona musica in espansione e ci pare un motivo valido) nello scorrere di dodici tracce dal ritmo serrato, dal volume crescente e dalla solidità notevole tanto quando la sua poliedricità. Il viaggio dei DMA'S continua con un tour mondiale nei principali club che vanno a costituire la dimensione finale in cui la band si pone. Per ora, ma lo stadio non è un miraggio.