La nostalgia è parte integrante della vita di ogni individuo, in molti dei suoi aspetti, come anche quello musicale. I ricordi più felici o tristi del nostro passato sgorgano facilmente attraverso le note che ascoltiamo ogni giorno ed è fin troppo semplice associare band e canzoni a interi periodi della propria vita. Lo sanno bene i Kadinja, che dopo essersi fatti un nome nel panorama metal francese con due buonissimi album tra progressive e alternative, ha deciso di realizzare un album tributo alle band che hanno fatto scoccare la scintilla del loro amore per la musica, intitolandolo appunto "DNA" (acronimo di "Dedication Nostalgia Addiction").
Sarebbe sbagliato ridurre questo terzo lavoro in studio della band a un semplice disco di cover. I brani scelti dai Kadinja per il loro tributo, tutti usciti tra la fine degli anni '90 e l'inizio dei '00, sono pezzi di band iconiche, rivisitate sotto la lente di ingrandimento del combo francese. I suoni più moderni caratterizzano tutto l'album, indipendentemente dalla band di riferimento, le quali vengono quasi tutte dallo stesso background nu metal/crossover (con la sola eccezione degli A Perfect Circle). Il merito principale del quintetto è quello di mettere la loro firma su questi grandi classici senza però snaturarli e riuscendo quindi ad equilibrare alla perfezione tutte le componenti. L'unico brano in cui forse viene meno questo aspetto è "Between Angels And Insects", che cambia completamente volto e intenzioni rispetto alla perla originale dei Papa Roach.
Un altro degli aspetti più positivi del lavoro è la scelta dei pezzi: i Kadinja non si lanciano infatti sui singoloni o sui brani necessariamente più popolari della band in questione, ma riescono a scovare quelli che più si adattano a una rivisitazione moderna, tenendo anche conto del proprio sound. I risultati migliori da questo punto di vista sono "My Own Summer" dei Deftones (con il riff principale rivisto in chiave orientale), "Points Of Authority" dei Linkin Park (claustrofobica e accattivante quasi quanto l'originale) e "Spit It Out" degli Slipknot, per la quale si è aggiunto anche Aaron Matt. Tra la violenza di Marilyn Manson ("This Is The New Shit") o dei Korn ("Faillg Away From Me") e la parte più positiva del nu metal, data dai P.O.D. e dalla loro "Alive", il lavoro si chiude con un'interessante versione acustica di "Aerials" dei System Of A Down.
Le intenzioni dei Kadinja possono definirsi rispettate in pieno. "DNA" è un riuscito tributo e un album con il quale perdersi ancora una volta nella nostalgia dati da brani iconici, che hanno fatto l'adolescenza di milioni di ragazzi. Messo da parte questo esperimento dall'esito positivo, rimane la curiosità su come la band ha intenzione di continuare il proprio percorso musicale.