Dream Theater
Images And Words

1992, Atco Records
Prog Metal

Tecnica e ricercatezza: un album capitale per l'intero movimento prog metal
Recensione di Federico Mainardi - Pubblicata in data: 24/05/13

I tratti salienti dei Dream Theater “prima maniera” (cioè fino a “Six Degrees Of Inner Turbolence”) sono tutti condensati nei loro primi tre album. “When Dream And Day Unite”, datato 1989, è il disco d’esordio con cui il gruppo cattura l’attenzione del mondo del prog metal: un lavoro già maturo, in grado di esibire quella tecnica da fuoriclasse che sarà sempre il biglietto da visita del quintetto. Nel 1992, col nuovo cantante James Labrie al posto del buon Charlie Dominici, vede la luce il capolavoro “Images And Words”: per descriverlo le immagini non possono che essere auree, e le parole declinate al superlativo. Si tratta del platter che rinnova (o, secondo qualcuno, istituisce) i canoni di un intero genere. Segue “Live At The Marquee”: qui emerge che la prestazione di Labrie in sede live non è sempre all’altezza del suo fenomenale rendimento in studio, circostanza che sarà una costante nella sua carriera.

 

“Images And Words” è un disco che sfiora la perfezione in ogni aspetto, e non parlo solo del connubio di tecnica ed eleganza delle composizioni, dei suoni nitidissimi e degli arrangiamenti raffinati; mi riferisco anche a quegli aspetti a latere rispetto al versante prettamente musicale, che nondimeno contribuiscono a creare il fascino e la fortuna di un album. Anzitutto l’artwork, così fine ed evocativo, che davvero rimanda alla dimensione del sogno cui il nome della band allude. Poi il numero esiguo di tracce che ne favorisce la rapida assimilazione, senza il rischio di incappare in un fisiologico calo di attenzione (secondo una tendenza ancora tutta ottantiana). Infine la disposizione stessa delle tracce, ideale per valorizzare al massimo la varietà delle composizioni ed il carattere ben definito di ciascuna.

 

Ogni brano sa coinvolgere e rapire l’ascoltatore, generando in lui un flusso di emozioni e sensazioni mai intorbidito dal sentore di possibili cali di tono. In “Images And Words”, infatti, gli episodi di grandissima atmosfera, i momenti più duri e gli spazi di pura tecnica non si alternano, come accade in tanti altri dischi, ma si fondono armoniosamente in ogni singola traccia. Prendete “Take The Time”: tecnicissima, dura ma anche piena di melodia, con la chitarra inarrestabile quanto ispirata di John Petrucci e la voce morbida di Labrie attestata ad altezze vertiginose. Oppure “Under A Glass Moon”, in cui ritmiche più che difficili si sposano senza fatica con un’atmosfera sognante. Neanche il titolo dell’album è ingiustificato: davvero immergersi in esso significa esporsi ad un’ondata di immagini sublimi e parole toccanti. Valga come esempio il bellissimo testo di “Learning To Live”, l’unico scritto dal bassista John Myung, o il verso indimenticabile di “Metropolis – Part 1. The Miracle And The Sleeper”: As a child, I thoght I could live without pain without sorrow / As a man I’ve found it’s all cought up with me, che esprime una verità profonda e universale. In retrospettiva, peraltro, l’importanza di questo pezzo è capitale considerando che il suo seguito, un intero concept album intitolato “Metropolis Pt. 2: Scenes From A Memory”, è l’altro capolavoro indiscusso della band.

 

“Images And Words” rappresenta l’esito più felice della classe invidiabile e della propensione alla melodia, affievolitasi purtroppo nel corso degli anni, dei primi Dream Theater: un lavoro equilibratissimo e tanto brillante da essere stato subito riconosciuto come un capolavoro, nonostante sia stato pubblicato in un periodo in cui era il grunge (genere quanto mai distante dalle ricercatezze del prog) a dominare il mercato. Anche da ciò deriva l'importanza capitale di questo storico album, che sa incarnare tutti i punti di forza ed evitare gli eventuali difetti (in primis ridondanza e inaccessibilità) del prog metal, ergendosi a riferimento stilistico e termine di paragone per tutto quanto verrà dopo. Da avere assolutamente.





01. Pull Me Under

02. Another Day

03. Take The Time

04. Surrounded

05. Metropolis - Part 1. The Miracle And The Sleeper

06. Under A Glass Moon

07. Wait For Sleep

08. Learning To Live

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