Articolo a cura di Federico Falcone
Hollowed è l’album che segna l’ingresso degli Earthship all’interno del roster della Napalm Records, etichetta austriaca capace da sempre di accaparrarsi alcune tra le band più promettenti sul mercato europeo.
Le undici tracce presenti in questo full-length ci consegnano una band in piena forma, capace di sfruttare al meglio gli insegnamenti di Kylesa e Crowbar per quanto riguarda il lato più sludge e stoner, Black Sabbath per il lato più doom e “seventies” ed Alice In Chains per quanto riguarda melodie ed alcuni arrangiamenti vocali, sempre molto ben bilanciati tra growl e pulito. La devozione verso queste band è tanta, forse troppa, e spesso la band berlinese risulta essere eccessivamente derivativa nelle sue composizioni e scelte stilistiche, forzando soluzioni, sì accurate e ricercate, ma anche prive di personalità.
La qualità tecnica complessiva, sia individuale che collettiva, è altissima, esattamente come l’esecuzione dei pezzi è magistrale, e per questo motivo guadagnano un punto in più sul risultato finale. La title track "Holloweed" è un concentrato di melodia e potenza, "Monolith" e "Castle Of Sorrow" sono tracce che gli amanti del genere troveranno sicuramente interessanti e che rappresentano, inoltre, il clou dell’album stesso. Sugli scudi la prova individuale del batterista, capace di un drumming potente, preciso e mai banale, che in più circostanze risulta essere il punto di forza di tracce prive -purtroppo- di quell’originilità che dovrebbe contraddistinguere gli Earthship dalle band che ne hanno ispirato il sound.