Eden Circus
Marula

2014, Lifeforce Records
Prog Rock

Recensione di Riccardo Coppola - Pubblicata in data: 17/09/14

Inizio di carriera senz'altro inusuale quello degli Eden Circus: distinguendosi da tanti altri giovani calcatori delle accidentate lande del rock, i cinque teutonici non si sono mai avventurati in giro per show, festival e annessi e connessi, rintanandosi con encomiabile dedizione in studio per dare ordine a un'enorme massa di suggestioni e una forma e un'anima al proprio album d'esordio.

 

Ed ha sembianze particolari, metamorfiche, l'essere che viene fuori dopo quattro anni di isolamento in tale antro creativo: lungo le tracce di "Marula" si rincorrono dettagli che sanno maledettamente di sfibrato grunge, con toni sofferti che emulano Layne Staley (o, per citare nomi meno scomodi, Wes Scantlin dei Puddle Of Mudd) nei brani più melodici, con qualche arpeggio dai suoni più sporchi ed essenziali alle chitarre; ci sono anche tonnellate di particolari coloriture post-metal che tanto devono a icone del settore quali gli Isis, come quelle che risuonano nei delay di una "Comfort", prima d'essere spazzate via da risoluti riff di Tooliana energia, o nelle superbe architetture e stratificazioni (occhio al basso) di "A Shore Uncertainty"; ci sono alienazioni e distensioni tipiche del malato romanticismo di quel prog che fa tanti proseliti in terre britanniche o nell'europa dell'est, tra le sepolcrali sovrapposizioni di sussurri della cupa "Arc" o le malinconiche note di "Her Lovely Hands Upon The Black Earth".

 

Coraggioso e variegato, "Marula" è un debutto abbastanza convincente, ricco delle più svariate intuizioni, che paga però (mostrandosi di fruizione veramente tanto, tanto difficile) un minutaggio esagerato, con una durata dei singoli brani che spesso va a sforare i sette minuti senza essere sempre giustificata da un sufficiente numero di cambi di passo. Che sia presunzione o coraggio, tuttavia, sarebbe un crimine dar troppo peso a tale veniale peccato, ignorando come le tante raffinatezze in tracklist, se oculatamente sviluppate, potranno davvero portare al germogliare di una realtà di primo piano nel genere.





01. Devoid of Purpose

02. Comfort

03. A Desert in Between

04. 101

05. Arc

06. Summon a Ghost

07. A Shore Uncertainty

08. Her Lovely Hands Upon The Black Earth

09. Playing You

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