Ef
Ceremonies

2013, And The Sound Records
Post Rock

Recensione di Marco Mazza - Pubblicata in data: 02/10/13

A tre anni di distanza dal rilascio di “Mourning Golden Morning”, gli svedesi EF tornano a farsi sentire con la pubblicazione di un nuovo studio album. L’uscita cade in concomitanza dei dieci anni di vita del gruppo, nato nell’ormai lontano 2003. “Ceremonies”, questo il suo titolo, si presenta dunque come una sorta di regalo per i fan ma, cosa più importante, vuole strizzare l’occhio a chi ancora non li conosce.
 
Sebbene gli EF siano da sempre saldamente ancorati a un post rock ‘standard’ di stampo Explosions in The Sky, con l’EP dello scorso anno, “Delusions of Grandeur”, la band ha dimostrato la volontà di uscire dalla nicchia in cui si sono mossi con i primi tre album. Il quarto capitolo del gruppo prosegue l’esperimento iniziato con il precedente lavoro, con brani più “pop-ish” che possano incontrare i gusti di un pubblico più ampio. L’approccio utilizzato dagli EF per cercare di raggiungere l’obiettivo si basa soprattutto sulla maggiore importanza data alla parte orchestrale. L’uso di trombe, archi e piano risulta ora fondamentale; brani come l’opener “Bells Bleed & Bloom”, mostrano subito come siano questi gli elementi che riescono a valorizzare i momenti di maggiore pathos. L’atmosfera che si respira durante l’ascolto è intrisa di romanticismo dal forte impatto emotivo, il risultato finale si avvicina molto a quanto fatto dai nipponici Mono, con cui è impossibile non fare un paragone. Anche la parte vocale cresce d’importanza, vedasi pezzi come “Yield, Heart. Yield”. Episodio simbolo del risultato raggiunto dagli EF è però “Delusions of Grandeur”: otto minuti di costante tensione. Nella traccia che porta il nome della precedente uscita, le raffinate melodie malinconiche sono graffiate da percussioni trascinanti; talora i ritmi si abbassano per fare spazio alla coinvolgente voce di Tomas Torsson. Il culmine si avrà nella detonazione finale, con l’ingresso della tromba a fungere da vero catalizzatore catartico.
 
I primi tre album degli scandinavi, “Give Me Beauty... Or Give Me Death!” (2006), “I Am Responsible” (2008) e “Mourning Golden Morning” (2010), si sono rivelati delle buone uscite, quindi, in un certo senso, la volontà di portare il loro sound verso qualcosa di diverso coglie di sorpresa. Errore? No. Non è un errore provare qualcosa di nuovo anche quando le cose non vanno male. Non è un errore se comunque il risultato che si ottiene è un altro valido lavoro come “Ceremonies”. I cambiamenti proposti non vanno comunque oltre il consentito, il prodotto confezionato non snatura sicuramente quello che, da sempre, la band offre: non c’è una vera rottura tra quanto fatto ora e quanto fatto in precedenza. Evoluzione? Involuzione? Nulla di questo; solo un cambiamento, neppure troppo grosso. Certo, tutto già visto con decine di altre formazioni ma, nel complesso, il risultato è apprezzabile. I pezzi sono curati e la tracklist si fregia di una buona varietà compositiva. L’obiettivo degli EF con “Ceremonies” è quello di allargare la propria base di pubblico; difficile pensare che riescano a centrarlo, facile credere che possano regalare comunque un’ora di buona musica a chi vorrà dargli una possibilità.



01. Bells bleed & bloom
02. Yield, heart. Yield!
03. Lake Vaettern
04. Sex
05. Delusions of grandeur
06. Where G. Mallory sleeps
07. Thee barren soil of Messaure
08. Sun grows dim (Bonus track)

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool