Eïs
Bannstein

2015, Prophecy Recordings
Black Metal

Recensione di Matteo Galdi - Pubblicata in data: 10/10/15

Terzo lavoro per gli Eïs, metal band proveniente dalla Germania del nord che ha dato già prova di solidità in passato e che vuole spingersi oltre. Oltre i confini quindi della loro patria, dove sono apprezzati anche per essere una delle poche band a scrivere (coraggiosamente) testi in tedesco.

Ritorno quindi che i nostri di Vestfalia vogliono in grande stile, non una semplice riconferma di quanto buono hanno fatto ma una consacrazione, sfruttando la firma con la Prophecy.


Il contratto con la major ha infatti donato agli Eïs tutti i privilegi del caso e dopo una campagna pubblicitaria in grande stile ecco l'album confezionato a dovere, in un elegante digipack e una versione deluxe in digibook (soluzione uguale al recente "The Book Of Souls" degli Iron Maiden) con disco bonus, che presenta le tracce del disco interpretate vocalmente da artisti provenienti da altre band (come The Vision Bleak e Grift).


Il sound degli Eïs presenta elementi tipici del black metal, ma non sono riconducibili al genere in questione secondo i classici canoni. Poveri di assoli, lasciano spazio a parti molto violente e serrati blast-beat, mid-tempo a base di synth e arpeggi acustici, per un metal con soluzioni molto moderne.


La presenza di tastiere (spesso protagoniste in momenti quasi sinfonici) che alleggeriscono il sound e le parti vocali a tratti quasi recitate portano gli Eïs verso l'avant-garde metal degli Arcturus di Garm, i pionieri del genere.


In Bannstein troviamo molte luci ma anche ombre a causa di un cantato assolutamente non all'altezza dell'ottimo lavoro complessivo. Risulta purtoppo debole e dotato di poca espressività e, va detto, il tedesco non è per nulla congeniale in questo: sarà questo il motivo che spinge molte band tedesche (e non) ad adottare l'inglese? Si. Va però lodato il coraggio.


Dispiace perché il lavoro è molto valido, non subisce cali (la band lavora a volte "di mestiere" ma lo fa con eleganza) e anzi presenta molti picchi, come la splendida semi-ballad "Im Noktuarium" e la maestosa traccia finale, emozionante nella chiusura con tanto di violoncelli e versi recitati stremati e malinconici, quasi come la quiete dopo la tempesta.


Il resto del platter, consigliato, è comunque di alto livello e ben suonato: gli Eïs hanno esperienza e si vede, andando a confezionare un lavoro maturo e di grandi prospettive che sarà apprezzatissimo, adempiendo il suo incarico, anche oltreoceano.





01. Ein letztes Menetekel
02. Im Noktuarium
03. Über den Bannstein
04. Fern von Jarichs Gärten
05. Im Schoß der welken Blätter

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