Da un titolo come "Elefanti E Tulipani" era lecito, oltre che lapalissiano, attendersi un disco ove lo scontro, a più livelli, di fisicità e leggerezza avrebbe dominato la scena: in effetti, Barbara Lo non si sottrae, nel suo EP di debutto, al conflitto succitato, risolvendolo, però, nell'ottica di un armonioso gentlemen's agreement tra generi e stili musicali. Tenendo ben presenti la simbiosi di intelligenjica elettronica e melodia tricolore dei Matia Bazar di fine anni '70 e il pop rock elegante e colorato di internazionalismo di Nathalie, la giovane autrice di Bassano Del Grappa si dimostra abile nel costruire un puzzle sonoro nel quale le diverse sfumature dei tasselli ne rappresentano la carta vincente; a ulteriore conferma della finezza del lavoro concorrono testi ironici e chiaroscurali che affrontano le vicende di una storia d'amore piena di difetti, emozioni, ricordi.
Tuttavia, se per tratteggiare un giudizio esaustivo sul valore dell'artista nostrana bisognerà inevitabilmente attendere il fatidico long playing, non le si può negare, già oggi, un'impeccabile padronanza vocale figlia in egual misura degli studi e del talento. Un'ugola eclettica e matura, in grado di passare dai toni caldi di "Tulipani" al cantato jazz di una "Elefante" dal contagioso mood swingeggiante, sino agli acuti de l'intensa "La Fame", traccia che nel finale si inerpica in un crescendo strumentale liberatorio e suggestivo. E mentre "L'Estate Dall'Altra Parte Del Mondo" unisce ritmi funky a liriche di grande concretezza espressiva e pittorica, in "La Porta Chiusa" il pianoforte diviene compagno crepuscolare di una primavera simbolo di assenza e disillusione.
All'assorbimento dei contrasti, alla loro rinascita in nuove forme, alla parola molata da inutili patetismi, si dedica, dunque, "Elefanti E Tulipani", ambiziosa opera prima di una Barbara Lo a cui le numerose partecipazioni in svariati programmi televisivi appaiono oramai insufficienti per mettere compiutamente a frutto le proprie capacità: con lo scopo di dare corpo a "immagini della mente senza cuore e pelle".