"Il colore soprattutto, forse ancor più del disegno, è una liberazione" [H. Matisse]
Colore e simbolismo non mancano di certo nella presentazione grafica del debutto sonoro della polistrumentista Elisa Sandrini. La musicista parmigiana stessa, che pare mutar pelle in copertina, cita "La Danza" dell'innovativo pittore francese quale metafora della circolarità, per lui umana e per lei temporale, quale elemento centrale della title-track di "Come Un Tic Tac".
Soave proposta a risollevare le sorti di quanti sono stati vittime di una calura non soltanto metereologica ma anche acustica. Le nove tracce, su cui spiccano le tinte fosche dell'opener "Anime Nere", sono state registrate dopo anni di gavetta live a immortalare uno spaccato canoro promettente a cui si augura di trovare il coraggio di osare maggiormente e di spiccare davvero contro quella confusione contro cui punta il dito la protagonista vocale e non.
Assorbendo i bassi di "Il Tempo Parla" e solcando gli oceani di "Con Le Mani senza Terra", si arriva alla chiusura passando perfino per un brano in spagnolo. Pagina degna di nota del diario lirico della Sandrini, la narrazione quotidiana, dal titolo "Uguale a Te", in cui l'autrice dà ulteriore prova della sua vocalità.
Un'ondivaga leggerezza, d'emozioni in altalena, accennata su una tela chiara di memorie d'evidente radice onirica.