La Finlandia fruisce storicamente di una scena pagan-folk assai nutrita: Finntroll, Wintersun, Moonsorrow, Turisas, Korpiklaani solo per citare i gruppi più celebri. A far loro compagnia non possono mancare gli Ensiferum: a un paio d'anni scarsi dal variegato "One Man Army" (2015), l'ensemble torna alla carica con un album in cui si mescolano influenze viking/black, riff heavy e trascinanti, fraseggi melodici di ampio respiro, orchestrazioni e polifonie vocali degne di fumanti campi di battaglia. Pur rientrando nel classico stile della band, "Two Paths" risulta piuttosto frizzante all'ascolto, anche per merito della fisarmonica di Netta Skog (ex Turisas), sostituta della tastierista Emmi Silvennoinen: una new entry abile nel portare un vento di freschezza al sound generale, screziandone toni e ampliandone lo spettro.
Come suggerisce il titolo, il full-length si snoda essenzialmente su due percorsi distinti, sia in termini di sonorità che di scrittura. Naturalmente spiccano i tipici brani targati Ensiferum, soprattutto nella prima parte dell'album, caratterizzati da un approccio aggressivo e dall'arrembante latrato gutturale di Petri Lindroos capace di condurre a tambur battente i prodi finnici in lande gelate e imprese titaniche. "For Those About To Fight For Metal", "Way Of The Warrior", "King Of Storms" e la chiusura affidata a "Hail To Victor" inneggiano all'epica lotta e si colorano di galoppante solennità: esplosive e roboanti, costellate da refrain maestosi e canti guerrieri, i brani rappresentano a pieno la facies vichinga e probabilmente più scontata del combo nordico.
Il secondo segmento del platter invece mostra il dominio di armonie folk: la fisarmonica in particolare viene utilizzata in modo molto efficace, rivestendo un ruolo di primo piano nel restante lotto compositivo, senza però dimenticare i violini e gli altri strumenti tradizionali che aggiungono sapori inediti all'energica proposta del quintetto di Helsinki.
L'avvicendamento di limpidezza cristallina e rabbiosa sporcizia nel cantato fra il bassista Sami Hinkka e il chitarrista Markus Toivonen sfuma ulteriormente questa sezione del lavoro, trasformando i bellicosi propositi di partenza in una sorta di medieval rock dai toni rapidi e gioviali: "Don't You Say" e "God Is Dead", nelle quali pullulano evidenti echi di Skyclad e Alestorm, seguono tale strada e si candidano come i pezzi maggiormente in linea con la piacevole deriva finale puramente folklorica del combo. Trait d'union del biunivoco LP la magica "Feast With Valkiryes": in evidenza l'ugola femminile della Skog che si inerpica dominante e aggraziata su un tappeto sognante tessuto dall'accordion e supportato da cori colossali. Una pista miracolosa, dondolante sul bordo aguzzo di uno specchio.
"Two Paths" dunque risulta un opus organico e robusto, dall'impatto live assicurato e in grado di catturare vigoria ed emozioni on stage: registrato in presa diretta, privo di effetti e campionamenti, alla settima fatica dei finlandesi si perdonano difetti e imperfezioni, riscontrabili nella presenza di qualche filler ("I Will Never Kneel"), di inutili versioni alternative di tracce già presenti nel disco e di momenti ove la band sembra innescare il pilota automatico della reiterazione sonora.
Tuttavia, in nome delle vibrazioni che riescono a trasmettere con amichevole orgoglio, non possiamo che apprezzare la velocità e la schiettezza senza arzigogoli dei nostri rispetto a colleghi magniloquenti e noiosamente complessi: sidro di mele ribollente in corni giganti, gli Ensiferum proseguono zelanti la propria campagna d'armi, fondendo eroici furori e ardimentosa leggiadria.