Enter Shikari
The Mindsweep

2014, PIAS Recordings
Alternative Metal

Liriche impegnate e sound indefinibile per il quarto album degli Enter Shikari, e la loro combinazione è di nuovo convincente
Recensione di Giulia Franceschini - Pubblicata in data: 19/01/15

Famosi per la loro ammirabile abilità nell'unire generi musicali davvero lontani, metalcore ed elettronica, gli Enter Shikari svelano con il loro quarto album il loro lato più politicizzato. L'idea di "The Mindsweep", che ben si adatta a quelle persone potenti che distruggono e spazzano via le idee altrui che minacciano il loro potere, raggiunge ora il loro pubblico trasversalmente.

 

"The Appeal and The Mindsweep I" apre l'album mettendo subito in chiaro tutto: "This is an appeal". È un parlato teso e serrato quello di Rou, quasi preoccupato, che cresce in intensità con lo sfondo di synth e batteria fino all'esplosione di scream e riff pulsanti e potenti. Il sound è già chiaro nella sua frenesia, e il mix è questa volta gestito più sapientemente e dolcemente. Tutto ha lo spazio che si merita. È questo il tenore dell'intero album, che si esprime nella sua forma migliore anche in "The One True Colour" e "Myopia", con l'immancabile breakdown, dove la versatilità della voce di Rou è più esposta. I migliori risultati musicali sono in "The Bank Of England" - linee vocali perfezionate e groove di classe - e la caotica e frenetica "There's A Price On Your Head". I riff decisi e la sezione ritmica sempre possente fanno in modo che le melodie di voce e synth si possano muovere liberamente. "Dear Future Historians" ci accompagna dolcemente verso la conclusione dell'album. Una specie di post-it per chi ci guarderà dal futuro, nel loro stile.

 

Si finisce come avevamo iniziato, con "The Appeal and The Mindsweep II", che prosegue da dove l'avevamo lasciata. Gli Enter Shikari ci vogliono lasciare nel più urlato e caotico dei modi, forse per dirci che credono veramente in quello che ci hanno detto in ogni minuto di questo lavoro. È il caos totale: ritroviamo ogni elemento del loro sound nella forma più estrema, un mix assurdo e sorprendente.

 

Non avrebbero potuto scegliere un artwork migliore: intelligente, potente, pensato. Ogni spot di luce su quello sfondo scuro, ogni melodia di synth su quello sfondo hardcore di chitarre e ritmica. Il messaggio è arrivato chiaro e preciso in questo lavoro completo e ambizioso, forse la loro anima confusionaria e ibrida è stato il veicolo vincente.





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