Creeper
Eternity, In Your Arms

2017, Roadrunner Records
Punk/Punk-Rock

Il 24 Marzo i Creeper presenteranno il loro primo album, "Eternity, In Your Arms". Dopo aver conquistato la scena britannica la band si mette in gioco sul palco del teatro europeo, tra giacche di pelle, accordi ruvidi e l'energia Punk.
Recensione di Alessandra Manini - Pubblicata in data: 20/03/17

Tra le vie di una Southampton addormentata, la notte culla le note dei Creeper. La band formatasi nel 2014 ha fatto letteralmente impazzire la stampa britannica che ha mosso all'unisono consensi e lodi. Marzo 2017 porta con sé l'uscita del primo album della band: "Eternity, In Your Arms", un lavoro maturo, elaborato dalla grafica alla lirica senza mancare di intensità introspettiva e spessore tecnico nella costruzione strumentale.
Nonostante l'eccezionale e cristallino scheletro punk, i Creeper riescono a ghermire attraverso un lavoro empirico minuzioso ed accurato sonorità e colori fuori dal genere, essendo quella della band inglese una proposta artistica nella totalità letterale del termine, motivo per cui vanno riconosciute le influenze oltre manica tra post-harcore, gothic-punk e punk-rock. Le precisazioni sono necessarie quando una band inglese si cimenta con la storia, si tratta di un album capace di farci urlare "Punk's not dead" ed allo stesso tempo di affascinare in una prospettiva di genere completamente nuova, questo perché l'innovazione si propone come motore mobile di una ricerca di adrenalina infinita, oltre il dogmatismo reverenziale della tradizione che resta pur sempre il seme per un genere emotivamente inesauribile.
 
La cover elaborata dell'album ci scaraventa nel contrasto architettonico tra passato e futuro, i colori cangianti sono l'incentivo per dipingere una realtà da graphic novel, mentre l'unico protagonista avvolto in un completo viola si presenta di spalle lasciando al pubblico la possibilità di darvi un volto nei video della band, a tutti gli effetti dei racconti horror-fantasy in musica.
 
"Eternity, In Your Arms" è il risultato artistico dell'incontro di cinque musicisti, Will Gould frontman e cofondatore del gruppo - con cui abbiamo recentemente scambiato qualche parola che poetete leggere nella nostra intervista -, insieme al chitarrista e seconda voce Ian Miles, segue il tandem ritmico basso - batteria composto rispettivamente da Sean Scott e Dan Bratton e non ultimi il chitarrista Oliver Burdett e la tastierista Hannah Greenwood.
L'album si apre nella tranquillità delle note introduttive di "Black Rain", proprio come la quiete prima della tempesta, perché è istantaneo il cambio ritmico ed innegabile l'energia del pezzo che presenta al meglio l'intero lavoro racchiuso nelle undici tracce. "Black Rain" lascia esplodere la carica elettrica dello spirito punk lasciando spazio a momenti armonici resi possibili dalla scelta più che azzeccata della seconda voce femminile sullo sfondo. "Poison Pens" schiaccia l'acceleratore sull'adrenalina senza lasciar tregua, schiantandosi frontalmente come del resto la stessa "Suzanne" enfatizzata ulteriormente dai cori in cui sono coinvolti tutti i componenti della band. "Misery" spezza l'atmosfera punk resa possibile dalla prima carrellata di battiti cardiaci accelerati, si tratta propriamente di una traccia inattesa, complessa quanto introspettiva, a testimonianza della versatilità artistica della band guidata dall'impeto creativo senza limitazioni di genere. "Misery" presenta un romanticismo incarnato nella metamorfosi interpretativa struggente di Will Gould, capace di arrivare nel profondo attraverso la sofferenza delle strofe, accompagnato da un corpo strumentale evanescente ed allo stesso tempo incisivo. Lo stesso vale per la conclusiva "Chose to Live" che tra le note di pianoforte si crea lenta e delicata, per poi abbandonarsi nella forza di note ed acuti in crescendo e spegnersi nuovamente in un affascinante tintinnare."Down Below" è una traccia che trova nella coralità delle liriche il proprio punto di forza e l'elemento di innegabile coinvolgimento, sempre impreziosito dalla voce di Hanna Greenwood, che si destreggia magnificamente tra tastiere e attacchi con linee vocali sempre apprezzate."Room 309" e "Winona Forever" ritrovano l'energia strumentale, dove l'instancabile Dan Bratton riprende le redini del metronomo insieme al mai banale Sean Scott al basso elettrico creando un corpo strumentale di interezza piena.
 
 
Un album travolgente, capace di trasportare in un flusso di idee e scenari disegnati con cura, merito del massiccio corpo strumentale delle chitarre che interpretano a pieno l'intento delle sceneggiature dei video, Ian Miles ed Oliver Burdett hanno perfettamente ricalcato le linee guida per farci abbandonare ad un'esperienza viva tra le note inconfondibili della band inglese. I Creeper continuano ad alimentare la scena musicale inglese con spettacoli dal vivo notevoli ed entusiasmanti, la sfida prende ora le sembianze di un tour europeo che già dal mese di Aprile li vedrà impegnati in Germania, Norvegia, Svezia, Austria, Francia ed Olanda; che ci sia spazio anche per una data italiana?




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