Lo ammetto, appena ricevuto il promo di Everlast, mi sono fiondato su google per sapere chi o cosa si celasse dietro questo monicker anonimo. La scelta apparentemente più comoda non è stata di particolare aiuto: ho dovuto faticare non poco per realizzare che dietro questa etichetta non si celava la nota marca di abbigliamento, bensì una voce solista, piuttosto conosciuta negli States. All’anagrafe si chiama Eric Francis Schrody e se anche questo nome non vi dirà granché, allora ci giochiamo il jolly: ricordate “Supernatural”, il superplatinato album di Carlos Santana del ’99? Bene, Everlast è colui che ha dato la voce alla traccia “Put Your Lights On”, che fruttò nel 2000 un Grammy per la miglior rock performance.
Detto questo, null’altro ci è dato sapere in merito a questo cantante, oltre a progetti e collaborazioni (alcune davvero prestigiose) di un’intera carriera, se non che possiede una bella voce, calda e baritonale, compatibile con tutto ciò che potrebbe suonare genuino. Everlast è unanimemente conosciuto per essere una sorta di cantautore rap, autore di una curiosa e riuscita miscela di sonorità blues, rap e in generale di tutto quanto è accostabile all'etichetta black music. “The Life Acoustic” è una raccolta di canzoni prese dal repertorio del cantante newyorkese, rivisitate in una brillante chiave acustica. Un disco che in un certo senso prende le distanze dai suoi trascorsi artistici per abbracciare un folk dal sapore quasi urbano. A dispetto delle premesse spiazzanti bisogna riconoscere che l’effetto complessivo è notevole, tutti i pezzi trasudano energia e la voce scavata di Everlast ben si sposa con le sonorità ora blues, ora southern che emergono dalle tracce del disco.
Non sappiamo quanto possa essere rappresentativo del cantante, ma “The Life Acoustic” resta una brillante dimostrazione di ecletticità da parte di un artista desideroso di allargare i propri confini; per quanto ci riguarda, i presupposti ci sono tutti.