Fallujah
The Flesh Prevails

2014, Unique Leader Records
Progressive Death Metal

Recensione di Stefano Torretta - Pubblicata in data: 08/09/14

La pubblicazione del secondo disco è sempre un momento delicato per ogni band. Vi è il concreto rischio di scontentare la base di fan ottenuta con il primo album, vi è anche la possibilità di non essere in grado di scrivere un secondo capitolo in grado di raggiungere lo stesso livello del primo e magari e di superarlo anche. I Fallujah tutti questi dubbi e problemi di certo non li hanno avuti. Anzi, nonostante diversi cambi di formazione ed una evoluzione sostanziale del proprio sound, la band di San Francisco è riuscita a dare vita ad un secondo album che ha superato di gran lunga qualsiasi ottimistica previsione.

La trasformazione e maturazione da gruppo deathcore a questa nuova versione, che ad una base progressive death metal aggiunge elementi trance, ambient e spruzzate jazz, è decisamente impressionante. Già l‘EP “Nomadic” uscito lo scorso anno mostrava quanto i ragazzi della Bay Area fossero riusciti a maturare, ma questo “The Flesh Prevails” è di un livello superiore. La capacità con la quale sono riusciti a fondere due generi come il death metal tecnico ed il progressive, unendo alla perfezione la brutalità e la ferocia del primo con la grazia e l’immaterialità del secondo, ha dell’incredibile. Il concetto sul quale si fonda tutto l’album è quello della stratificazione. Ogni brano è stato pensato partendo da una base death metal alla quale sono poi stati aggiunti un numero incredibile di strati sonori. Ogni nuovo ascolto permette di addentrarsi sempre più in profondità all’interno della complessità del suono dei Fallujah. Molto del sound del combo californiano è ispirato dalla trance o dall’ambient (“Alone With You” è il migliore esempio in questo senso), e proprio questo legame è alla base dei paesaggi sonori avvolgenti ed ipnotici all’interno dei quali potersi perdere che sono il marchio di fabbrica della band. Un ulteriore elemento ad impreziosire questo album è la presenza in qualità di ospite di Roniit Alkayam, artista indipendente di musica dark electro pop proveniente dal Colorado, che con la sua voce eterea (in “The Flesh Prevails” o “Levitation”, per esempio) è il perfetto contraltare del cupo e violento growl di Alex Hofmann, cantante regolare del combo. La capacità di scrittura dei Fallujah è tale che il procedere dei singoli brani è stato studiato alla perfezione affinché risulti un unico fluire ininterrotto, quasi un’unica traccia (e qui il rimando all’ambient si fa più marcato). Se i primi tre brani risultano più “canonici” (per quanto possa dirsi canonico un brano comunque strutturato con una profondità e stratificazione notevole), con “The Flesh Prevails” avviene un cambiamento che permette una maggiore differenziazione, soprattutto a livello della sezione ritmica, non più inquadrata all’interno delle rigide pastoie del death metal, ed anche il tenore dei singoli brani muta, lasciando spazio a delicati momenti che permettono di riprendersi dalle violente bordate sonore che la band non si fa scrupolo di elargire a piene mani. Il richiamo ad altre band della Bay Area è facilmente ravvisabile (Deafheaven soprattutto), ma a differenza di quelle i Fallujah riescono a spostare ulteriormente i limiti concettuali della propria musica, dando la luce ad una creatura estremamente vitale e mobile (e qui le differenze con la scena shoegazer dell’area di San Francisco si fanno marcate).

“The Flesh Prevails” è un concentrato di bravura tecnica, di profondità di scrittura e soprattutto di unione perfetta di due stili antitetici. Il genere forse non riuscirà gradito a molti, ma il fascino di tale commistione (e soprattutto l’ottima e vitale riuscita) merita più di un ascolto.




01. Starlit Path
02. Carved From Stone
03. The Night Reveals
04. The Flesh Prevails
05. Levitation
06. Alone With You
07. Allure
08. Sapphire
09. Chemical Cave

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