Sacramentum
Far Away From The Sun [Reissue]

2020, Century Media Records
Black Metal

Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 30/04/20

Volendo tagliare con l'accetta la storia del black metal svedese, potremmo dividere in due macrotronconi le sue vicissitudini evolutive: da un lato la violenza cupa e gelida di Marduk Dark Funeral, dall'altro il retrogusto melodico di gruppi del calibro di Dawn, Dissection e Lord Belial. Nel mezzo, una sfilza di entità estremamente valide e poco conosciute che si inserirono, ciascuna con la proprie peculiarità, nei succitati filoni, spesso ibridandoli, spesso aprendo nuove strade al genere stesso. In questo mare magnum una menzione d'onore spetta ai Sacramentum, formazione ancora teoricamente attiva, ma, di fatto, ferma al 1999, anno in cui venne pubblicato il loro terzo e ultimo LP in studio "The Black Destiny".

Torniamo, però, al 1996, quando gli scandinavi debuttano sulla piccola e dinamica label francese Adipocere: preceduto dall'uscita di opere eccezionali ("Storm Of The Light's Bane" su tutte) e contemporaneo di release altrettanto importanti ("The Secrets Of Black Arts", "Ravendusk In My Heart", "Welcome My Last Chapter"), "Far Away From The Sun" ha la malasorte e la fortuna di vivere all'interno di una temperie creativa nazionale di prima fascia. La ragione di tale ambivalenza appare molto semplice da spiegare: il disco rimarrà stritolato, a livello di fama, dal peso di quei capolavori, pur ricevendo unanimi consensi. Eppure l'act di Falköping, proveniente da un riconoscibile background heavy/thrash, riuscì nell'impresa di realizzare un gioiello nero così compiuto che il gruppo non seppe mai ripeterne l'exploit. Una perla, figlia delle amonizzazioni di Jon Nödtveidt e presago della scena a venire, che ora Century Media, utilizzando i nastri originali, provvede a ristampare, con l'appendice della demo version di "Awaken Chaos", forse il pezzo migliore del successivo "The Coming Of Chaos" (1997).

Chiusi negli Unisound Studios dell'uomo ovunque Dan Swanö e beneficiati dall'artwork dark fantasy di Kristian "Necrolord" Wåhlin, graphic designer delle band più significative dell'epoca, il terzetto incide nove pezzi di qualità straordinaria. Le strutture chitarristiche costruite da Anders Brolycke flirtano col Gothenburg sound, la batteria di Nicklas Rudolfsson alterna ritmiche ossessive a foschi mid-tempo, la voce di Nisse Karlén, penetrante e riverberata, sa ben destreggiarsi anche nel cantato pulito e oracolare. I brani, avvolti dalle spire di una produzione nebbiosa e attraversati da sottili striature folk, sanno essere epici e diretti, come influenzati da una presenza mistica e dalle venature bluastre rimaste intrappolate nella reharsal room. Dalle spettrali e accattivanti "Fog's Kiss" e "Far Away From The Sun", alle atmosferiche "When Night Sorrounds Me" e "Beyond All Horizons", dalle crudeli frustate di "Obsolete Tears" alle malie dungeon synth della sinistra "Darkness Falls For Me", il lotto si snoda compatto e raffinato, tecnicamente ineccepibile e contraddistinto da testi onirico/introspettivi. 

Freddo, cupo, lussureggiante: per "Far Away From The Sun" non servono ulteriori chiose esplicative.




01. Fog's Kiss
02. Far Away From The Sun
03. Blood Shall Be Spilled
04. When Night Surrounds Me
05. Cries From Restless Soul
06. Obsolete Tears
07. Beyond All Horizons
08. The Vision And The Voice
09. Darkness Falls For Me
10. Awaken Chaos (bonus track)

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