"Theories of Flight" si presenta con la stessa line up dell'album "Darkness in a Different Light" del 2013: il chitarrista Jim Matheos, il cantante Ray Alder, il bassista Joey Vera e il batterista Bobby Jarzombek. Composto da 8 tracce più un acoustic bonus disc in cui sono presenti anche tre cover di artisti altrettanto famosi (tra cui "Rain" dei celebri Uriah Heep), è stato iniziato a scrivere prima che il gruppo finisse il tour dell'ultimo album. "Ho iniziato a scrivere nel gennaio 2015," dichiara il chitarrista e principale compositore Jim Matheos. "Circa un anno dopo ho iniziato a raccogliere le idee."
Di natura decisamente prog, l'album racconta temi quali oscurità, transitorietà, disconnessione e ricerca di un terreno solido. In"Like Stars Our Eyes Have Seen",l'argomento dominante è l'avere fiducia nei nostri ricordi, per accorgerci che su di loro noi forgiamo incognite future: "Vedere la strada buia che è avanti / Illuminata da ricordi che conoscevi / Ora i fantasmi iniziano a seguire /Lascia che tutto ritornerà su di voi ".
La finezza melodica, le prestazioni di alto livello sono qualità nelle quali la malinconia cova, soprattutto ascoltando gli assoli di "From the Rooftops" e "White Flag", le quasi ballad "Seven Stars" e "SOS" che fungono da preambolo alla drammaticità sonora e testuale che si propaga da "The Light And Shade Of Things" fino alla fine dell'album che conclude con l'omonima title track "Theories of Flight".
La fluida e setosa voce di Ray Alder è decisamente piacevole all'orecchio umano, creando quel suond familiare che caratterizza la band.
Vi sono poche interruzioni atmosferiche, il mood si mantiene piuttosto costante, a parte con "White Flags" che dona molta carica ed energia all'album.
Un buon equilibrio tra ballad, prog, melodico, metal.
Anche in questo caso, i Fates Warning dimostrano di essere una di quelle band veterane in grado di fornire materiale di alto livello che migliorano di volta in volta rispetto al passato.
Sempre in grande stile.